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I primi pupari siciliani costruivano da sè i paladini; guerrieri cristiani e saraceni, angeli, cavalli, draghi e figure mitologiche rifacendosi particolarmente alle pitture dello “Steri”; copiarono lo stile delle armature, creando i modelli e cominciarono a creare elmi, spade, corazze che poi rivestivano; pupi a volte dall’aspetto fiero, spavaldo o burlesco.
Nell’ Opera dei Pupi si trasmettono ancora oggi stili e comportamenti del popolo siciliano come la cavalleria, il senso dell’onore, la difesa del debole e del giusto, la priorità della fede.
Le gesta dei paladini e il ciclo carolingio sono tra le tematiche trattate negli antchi canovacci usati dai pupari, ma, anche le storie della Gerusalemme Liberata, di Santa Genoveffa, di Pia dei Tolomei, dei Beati Paoli, etc….
Carlo Magno, Gano, Orlando, Rinaldo, Angelica hanno popolato le sponde dei carretti siciliani, i cartelloni propaganda degli spettacoli serali dei teatrini, le lambrette e i carrettini di uso vario e la fantasia di noi meridionali attraverso i cunti e le farse raccontate, la sera, attorno alla tavola di ogni casa.