Pizzo Cane e Pizzo Trigna

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La riserva comprende un complesso montuoso, in parte di origine vulcanica, che costituisce un raccordo naturale fra i monti di Palermo e le Madonie, in cui il monte più elevato è Pizzo Trigna, alto 1257 m.
Il territorio è attraversato da numerosi corsi d’acqua, che riversano le loro acque nel fiume San Michele, ed interessato da fenomeni carsici sia superficiali che di profondità, responsabili della formazione di tre cavità: la grotta Mazzamuto, la grotta Brigli e la grotta del Leone.
La grotta Mazzamuto è nota per i reperti archeologici che sono stati rinvenuti al suo interno che testimoniano la presenza dell’uomo nell’area già in epoca preistorica.
La grotta Brigli è ricca di concrezioni calcaree, mentre la grotta del Leone è caratterizzata dalla presenza di una specie erbacea endemica tipica delle cavità adibite a ricovero per bestiame, la iberidella minore
Della vegetazione boschiva che, un tempo, ricopriva l’intero massiccio montuoso, residuano frammenti costituiti da leccio, quercia da sughero e altre querce caducifoglie associate ad acero campestre, orniello ed acero trilobo. Generalmente prevalgono macchie arbustive a lentisco, palma nana, euforbia arborea ed olivastro che si alternano con praterie steppiche ad ampelodesma estese sui suoli più rocciosi e maggiormente esposti al sole. Tuttavia, la flora della riserva presenta particolari elementi di pregio nelle parti sommitali, dove numerosi esemplari di agrifoglio punteggiano la fitta lecceta.
Nel sottobosco crescono il pero mandolino, la rosa peonia, il ciclamino primaverile, l’erica arborea, il biancospino comune, il citiso trifloro e la ginestra spinosa. Intorno ai corsi d’acqua che si incanalano verso il mare, cresce una vegetazione igrofila con pioppi, salici ed oleandri.
L’ambiente rupestre ospita, oltre all’euforbia arborea e all’olivastro, numerose specie endemiche e rare come il ciombolino siciliano, il cavolo rupestre, la coniza rupestre e l’euforbia del Bivona-Bernardi.
La riserva ospita numerose specie di mammiferi come donnola, martora, gatto selvatico, riccio, istrice, coniglio selvatico, lepre appenninica, presente con una popolazione molto numerosa, topo selvatico, topo domestico, arvicola del Savi.
Sono segnalati come presenti nella riserva sia rapaci diurni come l’aquila reale, il nibbio reale, il nibbio bruno, il gheppio ed il falco pellegrino che notturni come l’allocco e il barbagianni.
Diffuse anche diverse specie di avifauna strettamente legata al bosco fra cui il fringuello, il cardellino, il verzellino, il verdone, la tortora, la taccola, il colombaccio, lo scricciolo, la cinciarella, la cinciallegra, il rampichino, il picchio muratore ed il picchio rosso maggiore.
Tra i rettili sono presenti il ramarro occidentale, la lucertola campestre, la lucertola di Wegler, il biacco, il colubro liscio e la vipera comune. L’entomofauna è rappresentata da numerose farfalle, fra cui l’icaro e il grande macaone.
 
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