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Nel magnifico spazio nascosto dal verde che avvolge la Camera dello Scirocco – emblema di antichi sistemi di refrigeramento tra ingrottati e cunicoli – oggi testimone di lotta alla legalità, immersi nella narrazione della storia del parco a un centinaio di metri in linea d’aria dalla circonvallazione di Palermo, bene confiscato alla mafia.
Visita alla Camera dello Scirocco e all’agrumeto storico di Fondo Micciulla, ricco di aranci, mandarini, limoni e quasi secolari alberi di alloro.
Turni disponibili: ore 10 e ore 11:30 – Ticket: € 7 (bimbi 5/10 anni €3)
Info: 320.7672134 – 347.8948459 eventi@terradamare.org – www.terradamare.org/camera-dello-scirocco
Visita alla Camera dello Scirocco e all’agrumeto storico di Fondo Micciulla, ricco di aranci, mandarini, limoni e quasi secolari alberi di alloro.
Turni disponibili: ore 10 e ore 11:30 – Ticket: € 7 (bimbi 5/10 anni €3)
Info: 320.7672134 – 347.8948459 eventi@terradamare.org – www.terradamare.org/camera-dello-scirocco
TURNI DISPONIBILI: h. 10 – 11:30
Costo: € 7 (bimbi 5/10 anni €3)
Costo: € 7 (bimbi 5/10 anni €3)
Per partecipare all’evento è necessario acquistare i ticket in anticipo,
è possibile effettuare i pagamenti
tramite carta di credito in questa pagina
terradamare.org/camera-dello-scirocco
tramite bonifico intestato a “Terradamare soc. Coop. BANCA: Intesa San Paolo. IBAN: IT24R0306909606100000071361
presso la Torre di San Nicolò, via Nunzio Nasi 18 tutti i giovedì dalle 16 alle 19)
INFO: ✆ 320.7672134 – 347.8948459
eventi@terradamare.org – www.terradamare.org/infoline
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tramite carta di credito in questa pagina
terradamare.org/camera-dello-scirocco
tramite bonifico intestato a “Terradamare soc. Coop. BANCA: Intesa San Paolo. IBAN: IT24R0306909606100000071361
presso la Torre di San Nicolò, via Nunzio Nasi 18 tutti i giovedì dalle 16 alle 19)
INFO: ✆ 320.7672134 – 347.8948459
eventi@terradamare.org – www.terradamare.org/infoline
Evento in collaborazione fra base scout Volpe Astuta e la cooperativa Terradamare.
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La base “Volpe Astuta”
Fondo Micciulla, non solo perché bene confiscato alla mafia e sequestrato da Giovanni Falcone, ma anche perché inserito in quel Parco Borbonico, dove nacque uno dei primi orti botanici, le cui serre vennero portate a Napoli dai Borboni quando lasciarono la Sicilia e Palermo capitale del regno. Come si può comprendere, un’importante testimonianza dell’intima connessione tra l’uomo, il suo passato e i cicli della natura, da ammirare anche attraverso gli straordinari manufatti, memoria dei popoli che hanno dominato Palermo, quali i Qanat, costruiti dagli Arabi e la Camera dello Scirocco, sorta dentro un’antica cava di calcarenite, nel 400’ e rimaneggiata con la costruzione della scalinata nel 700, e alle cave che hanno fornito blocchi di pietra per i palazzi nobiliari di Palermo, tutto ciò immerso in quello che rimane di un devastato e deturpato agrumeto storico, ricco di aranci, mandarini, limoni e quasi secolari alberi di alloro.
Le Camere dello Scirocco
In Sicilia sfuggire al caldo torrido era diventata un’arte nei secoli scorsi.
La morfologia del territorio, mutata nel tempo a causa delle innumerevoli invasioni che hanno caratterizzato la storia della mia terra, era particolarmente incline alla realizzazione di un tanto semplice quanto efficace meccanismo in grado di rinfrescare gli ambienti.
La nobiltà Palermitana, stanca della calura portata dal vento caldo di Sud-Est, lo Scirocco, si rifugiava in alcuni di questi ambienti, più particolari e rifiniti rispetto agli altri, per trarne beneficio dalla frescura dovuta alla sua particolare struttura. Le camere dello scirocco erano spesso presenti nelle ville e nelle case di caccia durante la cosiddetta “grande villeggiatura” che raggiunse la massima diffusione nel XVIII secolo. Piccoli corsi d’acqua, che seguivano il perimetro della stanza, spesso sfociavano in piccole cascate dal notevole effetto scenico, ma create principalmente per far abbassare la temperatura di qualche grado. Ambienti intagliati ad arte nella roccia calcarenitica, decorati da piastrelle finemente decorate, tipica eredità araba, attraversati e resi freschi dai corsi d’acqua, creati artificiosamente e detti qanat, che si ramificano nel sottosuolo: erano l’unica ma significativa risposta all’afa che attanagliava Palermo. Il sottosuolo a riparo dal tempo meteorologico e anche al riparo dal tempo storico era l’ideale per tutti quei pellegrini che in cerca di refrigerio si fossero affidati alle sue pareti imperlate di acqua fresca. Impercettibili pendenze e semplici soluzioni logistiche permettevano all’acqua di essere sempre in movimento per evitarne il ristagno: scale con passamano realizzati in tegole concave all’interno delle quali scorrevano freschissimi torrenti in miniatura nonostante le elevate temperature esterne. Piante arbusti e rampicanti chiudevano il cerchio di elementi naturali che facevano da padrone in queste stanze. Alcune presentano una vera e propria “torre del vento”, di forma tronco-conica che racchiude alla base una camera con sedili, il cui compito era quello di veicolare la circolazione dell’aria fresca all’interno dei palazzi, espellendo quella calda.
La base “Volpe Astuta”
Fondo Micciulla, non solo perché bene confiscato alla mafia e sequestrato da Giovanni Falcone, ma anche perché inserito in quel Parco Borbonico, dove nacque uno dei primi orti botanici, le cui serre vennero portate a Napoli dai Borboni quando lasciarono la Sicilia e Palermo capitale del regno. Come si può comprendere, un’importante testimonianza dell’intima connessione tra l’uomo, il suo passato e i cicli della natura, da ammirare anche attraverso gli straordinari manufatti, memoria dei popoli che hanno dominato Palermo, quali i Qanat, costruiti dagli Arabi e la Camera dello Scirocco, sorta dentro un’antica cava di calcarenite, nel 400’ e rimaneggiata con la costruzione della scalinata nel 700, e alle cave che hanno fornito blocchi di pietra per i palazzi nobiliari di Palermo, tutto ciò immerso in quello che rimane di un devastato e deturpato agrumeto storico, ricco di aranci, mandarini, limoni e quasi secolari alberi di alloro.
Le Camere dello Scirocco
In Sicilia sfuggire al caldo torrido era diventata un’arte nei secoli scorsi.
La morfologia del territorio, mutata nel tempo a causa delle innumerevoli invasioni che hanno caratterizzato la storia della mia terra, era particolarmente incline alla realizzazione di un tanto semplice quanto efficace meccanismo in grado di rinfrescare gli ambienti.
La nobiltà Palermitana, stanca della calura portata dal vento caldo di Sud-Est, lo Scirocco, si rifugiava in alcuni di questi ambienti, più particolari e rifiniti rispetto agli altri, per trarne beneficio dalla frescura dovuta alla sua particolare struttura. Le camere dello scirocco erano spesso presenti nelle ville e nelle case di caccia durante la cosiddetta “grande villeggiatura” che raggiunse la massima diffusione nel XVIII secolo. Piccoli corsi d’acqua, che seguivano il perimetro della stanza, spesso sfociavano in piccole cascate dal notevole effetto scenico, ma create principalmente per far abbassare la temperatura di qualche grado. Ambienti intagliati ad arte nella roccia calcarenitica, decorati da piastrelle finemente decorate, tipica eredità araba, attraversati e resi freschi dai corsi d’acqua, creati artificiosamente e detti qanat, che si ramificano nel sottosuolo: erano l’unica ma significativa risposta all’afa che attanagliava Palermo. Il sottosuolo a riparo dal tempo meteorologico e anche al riparo dal tempo storico era l’ideale per tutti quei pellegrini che in cerca di refrigerio si fossero affidati alle sue pareti imperlate di acqua fresca. Impercettibili pendenze e semplici soluzioni logistiche permettevano all’acqua di essere sempre in movimento per evitarne il ristagno: scale con passamano realizzati in tegole concave all’interno delle quali scorrevano freschissimi torrenti in miniatura nonostante le elevate temperature esterne. Piante arbusti e rampicanti chiudevano il cerchio di elementi naturali che facevano da padrone in queste stanze. Alcune presentano una vera e propria “torre del vento”, di forma tronco-conica che racchiude alla base una camera con sedili, il cui compito era quello di veicolare la circolazione dell’aria fresca all’interno dei palazzi, espellendo quella calda.