La villa di Gioeni Trabia

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Un sogno ad occhi aperti, nella metà del settecento, è stato realizzato a Palermo, nella contrada marinara dell’Acquasanta (proprio vicino al “fondo Barca” quella parte di Monte Pellegrino che si adagia lievemente sul mare e che vide svanire le illusioni di Asdrubale cartaginese, ivi accampato, di potere conquistare Palermo), dal palermitano Monsignor Giuseppe Gioeni, discendente dei Duchi D’Angiò.
Il Monsignore s’era fatto costruire una strana casa a forma di nave in muratura tra il 1775 ed il 1798 nella spiaggetta dell’Acquasanta. Ancora oggi è leggibile nonostante il degrado ed  anche se non ci sono più gli alberi con vele e sartie.
Quella bizzarra costruzione fu l’inizio del primo “Collegio di nautica“.
Vi furono ospitati dodici giovani che dovevano essere orfani, poveri, figli di piloti e con conoscenza di lettura, scrittura ed  aritmetica.
In quegli anni viveva a Palermo l’architetto Léon Dufourny, che stava cominciando a realizzare il nuovo Orto Botanico per il Re Borbone, nel suo “Diario di un giacobino a Palermo” , alla data di “sabato 29 maggio 1790”  annotò che “qualcuno aveva avuto la bizzarra idea di costruire un edificio a forma di nave”.
Nell’animo di un giacobino, negli anni della Rivoluzione Francese, quanto scalpore creò quell’idea, quel sogno, quella nave di pietra di un Monsignore palermitano.