Tradizioni

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Milano Imprese
 
Festa tradizionale tipica dei paesi delle Madonie, la festa in onore di san Giuseppe, soprannominato “Il Padre della Provvidenza”, si festeggia generalmente il 19 marzo. In onore del Santo, dopo le celebrazioni di preparazione alla festa viene fatta una fiaccolata che si conclude in piazza Rione S. Antonio. Le fiaccole sono costituite da cannucce di liane, molto diffuse nelle zone aride delle Madonie. Il giorno della festa vengono organizzati, come ex voto, banchetti, chiamati “virginieddi” (verginelli) ai quali tutti possono partecipare. Dopo la benedizione delle tavole imbandite, si inizia il pranzo e, come vuole la tradizione, vengono servite particolari pietanze: antipasto di olive bianche e nere, finocchio dolce e qualche spicchio di arancia, riso e lenticchie, pasta e fagioli, “a pasta cu a sarsa e muddica”, fritto misto di finocchietti selvatici, broccoli, carciofi, cardi e “baccalà” (merluzzo), poi “vasteddi fritti” (frittelle dolci), “pignulata”, bignès e per finire i cannoli e le altrettanto famose “sfingi” di San Giuseppe. Il tutto si svolge in grande allegria, intercalando esclamazioni ad andamento ritmato del tipo: “Viva lu Patriarca San Giuseppe, li vostri grazi fuaru setti, viva lu Patriarca San Giuseppe” (Viva il Patriarca San Giuseppe, le vostre grazie sono state sette, viva il Patriarca San Giuseppe), “San Giuseppe ludatu sia lu veru sposu di Maria” (Sia lodato San Giuseppe il vero sposo di Maria).

Quella dell’Ecce Homo è la principale festa religiosa nonché la festa patronale. Si festeggia l’ultima domenica di giugno ma qualche volta la data dei festeggiamenti viene posticipata. Poco si conosce sulle origini di questa festa a parte il fatto che la statua dell’Ecce Homo era di proprietà delle Clarisse del Monastero di Santa Chiara, di fronte all’attuale chiesa Madre, fino agli inizi del 1900 quando le suore lasciarono Sclafani e la statua venne trasferita nella chiesa Madre e lì collocata all’altare della navata sinistra. Ogni anno la festa richiama, oltre a molti fedeli dei paesi viciniori, anche gli emigrati sclafanesi che ritornano in paese per vivere, con i familiari e con tutta la comunità, la festa e l’ottava di preparazione ad essa. Uno dei momenti più intensi della festa è la processione: “Non è la semplice materiale e spirituale consumazione di un suggestivo rito o la bellezza formale del rinnovarsi di antichissime tradizioni. La processione dell’Ecce Homo produce un fascino interiore che inequivocabilmente proietta in una sorta di liberatorio annichilimento dell’anima. Qualcosa di soprannaturale aleggia in quelle urla di assoluta devozione, nella fatica immane dei portatori della vara, nella gente che sforza le mani dai balconi delle vie tortuose e ripide per avvicinarsi e toccare il Santo. Ci si sente leggeri, trasportati, alle soglie del terzo millennio, in una dimensione intatta, vera, che gli uomini hanno saputo miracolosamente conservare con la cura che si presta solo alle cose veramente preziose”.

La festa in onore della Madonna Addolorata si festeggia generalmente l’ultima domenica di settembre.  Durante la settimana antecedente la festa, ogni giorno, viene celebrata l’Eucaristia nella chiesa Madre.  Il simulacro raffigurante la Madonna Addolorata viene portato in processione.