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Nelle grandi città siciliane ma, particolarmente a Palermo ( prima in Europa e quinta al mondo nella classifica delle dieci capitali mondiali dello street food pubblicata da Virtual Tourist.com, la più grande community di viaggiatori del web), caratteristica è una cucina popolare, sapientemente e continuamente pronta in tutte le ore della giornata nelle strade, nei mercati e spesso non solamente nei centri storici ma, anche nei nuovi quartieri residenziali. Nelle tipiche friggitorie si trovano pesciolini fritti, “sardi a pastetta” (in pastella) o calamari fritti, spuntini usuali dei siciliani, mentre sulle bancarelle dei polipari – i venditori di polpo – e su quelle dei venditori di frutti di mare, si può gustare il polpo di mare a pezzetti, oppure i frutti di mare, i ricci, le ostriche e le cozze.
Ma sono i prodotti da forno che fanno la colazione dei palermitani, particolarmente il pane con il sesamo, “u ciminu”, (di derivazione araba) lo sfincione (una specie di pizza condita con salsa di pomodoro, trito di cipolla, acciuga, primosale, origano ed una spolverata di pangrattato), “u pani e panelli”, “il pani cunzatu”(condito), da consumare caldo, appena sfornato
Non si può non parlare della rosticceria e delle arancine in particolare, delle brioche, del gelato da strada, del gelato di campagna, della grattatella e quant’altro riempie di profumi le strade e la vita dei palermitani veraci.
Ed ecco infine le stigghiola l’ happy hour dei palermitani veraci servito per strada. Si tratta di budella di agnello o capretto arricchite con prezzemolo e scalogno infilzati ad ansa in uno spiedino. Una volta cotte sulla brace vengono condite abbondantemnte con olio, sale, pepe e limone. Dove trovarle? Non vi preoccupate, saranno loro a trovare voi: se siete nei paraggi di uno stigghiolaro (venditore di stigghiola) lo capirete subito. Il loro profumo è inconfondibile e ammaliante.