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La storia di Santa Maria dei Miracoli inizia nel 1543 con un fatto prodigioso collegato allimmagine della Madre di Dio. Racconta il Mongitore nel 1819 che nella Palermo del passato e precisamente quando S. Cristina era ancora la padrona della città di Palermo ogni anno per i festeggiamenti della Santa nella seconda domenica di Maggio, si organizzava per due intere settimane, dalla prima fino alla terza Domenica di Maggio, una Fiera nella piazza della Chiesa Cattedrale, Nellanno 1543, – ricorda il Mongitore – cadde la festa della Santa al 10 dellaccennato mese: e in questo giorno, in cui alla Fiera si esponevan venali le cose più ragguardevoli e di maggiore rimarchio, volle la SS. Vergine far mostra della sua singolar pietà, cominciando a dispensare a larga copia le sue grazie per mezzo di una sua Immagine, da poi detta de Miracoli, per la moltitudine de prodigi senza numero operati.
Fu deciso di costruire una chiesa alla madonna dei Miracoli. Il Senato diede il terreno per la costruzione e fu costituita una confraternita che iniziò a raccogliere le elemosine per iniziare i lavori.
Sulla nuda facciata lunico ornamento è un elaborato cartiglio marmoreo datato 1581.
Nel 1629, dopo che la comunità fiorentina – che aveva avuto in concessione la Chiesa per lesercizio del culto – si era dispersa, il Senato palermitano diede la Chiesa ai Frati Conventuali di S. Francesco che lì impiantarono il loro noviziato chiamato il Conventino. Sul lato sinistro esisteva un portico sostenuto da colonne ed archi che successivamente era stato trasformato in una piccola Chiesa dedicata a Santa Apollonia. Nel 1775 il piccolo convento fu abolito ed eliminato nel secondo dopoguerra quando si ripararono i danni bellici. Sopra laltare maggiore trionfa la pala con la sacra immagine della Madonna dei Miracoli, presunta copia dellimmagine originaria.
Nelle tre pietre dangolo dei tre sottoarchi a tutto sesto che si trovano sopra il presbiterio e le due cappelle laterali, sono incisi tre momenti della vita di Gesù: la passione raffigurata dallecce homo nella cappella di sinistra, la resurrezione nellarco del presbiterio e lincontro di Gesù con la Veronica, nellarco della cappella di destra, quasi a dire che limmagine di Gesù impressasi nel velo della Veronica, oggi è impressa nella Chiesa.
La facciata, anchessa tendente ad uno schema quadrato, è divisa in due ordini da una cornice aggettante: il primo ordine è tripartito da eleganti paraste che ne rivelano la spartizione interna. Al centro, il portale è inquadrato da semicolonne reggenti una cornice mentre ai lati si aprono due finestre a edicola. Lordine superiore presenta una fascia con al centro un oculo, elemento che si ripete anche sui prospetti laterali. La composizione è chiusa in alto da un fastigio curvilineo prebarocco. La chiesa originariamente aveva tre porte: uno su piazza Marina, che è lunica rimasta aperta; laltra si affacciava su via Longarini che è stata murata; laltra immetteva nel portico che originariamente era parte della Chiesa e che nel Settecento fu adibito a tempio dedicato a Santa Apollonia. Questa parte della chiesa nel secolo scorso è stata parzialmente inglobata in edifici di servizio ed attualmente vi svolge la sua attività il Teatro Libero. La Chiesa, chiusa dopo i bombardamenti della 2° Guerra Mondiale, è stata riaperta al culto nel 1970 ed è stata temporaneamente usata da una comunità neo-catecumenale. Dal 2008 lArcivescovo di Palermo, il Card. Paolo Romeo, ha voluto che questa chiesa divenisse luogo per svolgervi attività pastorali a favore dei migranti, affidando la Rettoria al padre Sergio Natoli, dei Missionari Oblati di Maria Immacolata. A seguito dei danni provocati dal terremoto del 2002, dal Gennaio 2010 a Dicembre 2011 il tempio è stato oggetto di un pregiato restauro, che lo ha riportato alloriginario splendore.
Padre Sergio Natoli omi, ha ideato e curato personalmente la realizzazione delle nuove opere e dellarredamento liturgico cercando di unire lantico ed il contemporaneo in una gradevole armonia. E precisamente: 1. Laltare, a forma di barca, è opera del maestro dascia, Donato Lo Coco di Porticello (PA). Le motivazione della scelta della barca come altare sono molteplici:
Il tabernacolo ha la forma del mondo. E stato realizzato nella bottega del tornitore Giuseppe Vitrano, ubicata nel Borgo Ulivo di Palermo, con lapporto dellamatore falegname Nunzio Vella nel Giugno 2012. Cristo è il centro del mondo: il tabernacolo custodisce lEucarestia che è sorgente e culmine della vita cristiana. E stato realizzato con essenze di legno diverse per colori e disposte su 12 cerchi. Il rosso del padouk ed il bianco dellacero, sono al centro del tabernacolo per esprimere che Gesù sulla croce versò sangue ed acqua dando la sua vita per gli uomini dei cinque continenti. Letimo, il noce canaletto, il faggio, il mogano ed il ciliegio, esprimono i cinque continenti. I cerchi del tabernacolo complessivamente sono 12: dalla croce di Gesù nasce il nuovo popolo di Dio, fondato sui 12 Apostoli, di cui i cristiani ne sono la discendenza, il corpo di Cristo. Il tabernacolo è sorretto da un piedistallo di vetro che gli dà leffetto di essere sospeso in aria. E dal tabernacolo, in cui è custodita lEucarestia, che parte licona di Cristo. 4. Licona di Cristo crocifisso, espressione tipica della tradizione greco-bizantina e collocata nellabside destro, è opera dellarti- 12 sta contemporanea Tanina Cuccia di Piana degli Albanesi (PA) realizzata nel 2000.
Il Cristo, raffigurato in posizione quasi eretta, e con gli occhi aperti, in un unico quadro esprime la passione, morte e risurrezione. La linea verde che attraversa tutto il corpo del Cristo, è il segno della speranza cristiana che nasce dalla resurrezione del Figlio di Dio. Il Cristo è rappresentato senza le braccia. E un messaggio: noi cristiani siamo le braccia del Risorto. In noi e con noi Egli continua a rispondere ai tanti bisogni dei poveri dai mille volti nostri contemporanei, ovunque essi vivano.
ENGLISH
The Church is located on the eastern side of the Marina Plan and owes its name to a sacred image: the “Madonna delle Grazie of Constantinople”( no more existent) , which was considered miraculous and had been called “Madonna of the miracles” since 1543.
In 1547 the Palermitan Senate granted the land and this gave the start to the building of the church and to the birth of a Brotherhood. In 1599 the building was granted to a Congregation of Priests.
In 1629 the convent fathers of Saint Francis of Assisi was given to their novices, consequently in the adjacent church of Santa Apollonia, a dormitory was built, but is no longer there.
In the 16th century the brothers Fazio and Vincenzo Gagini certainly worked on it during the construction phase and it can be seen in the decorative elements of the interior.
The interior, in fact, is characterized by a Greek cross plant inscribed in a square and by a strong vertical art impulse obtained by the arrangement of lowered arches over light columns and high overhangs that impress an ascending animation to the modest cubic volume of the building. The interior space is further enriched by the scenic effect of the bright tiburium ( the dome cladding) at the junction of the four arms of the cross, which are covered with pavilion vaults.
On the altar there is a nineteenth-century canvas depicting “the Madonna of Miracles”, whose type undoubtedly goes back to an older model.
On the sides of the main entrance there were two Gaginian marble fonts. One sarcophagus of the year 1613 contain the remains of two priests , two brothers who were chaplains and beneficiaries of the church: Cesare and Giovanbattista Grillo.
The Renaissance exterior facades are proportionate and harmonious: they report the internal scanning externally, through the escalation of the pilasters and have elegant portals flanked by windows without tympanum and an attic wall with an oculus in the centre.
In the main facade triumphs a pediment in baroque inspiration.
Address: Piazza Marina – Timetable: Sundays h 10.00 am /01.00pm. At 11.00 intercultural services.