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Un percorso attraverso le strade provinciali per raggiungere cantine, vigneti ed enoteche.
Un vero e proprio tour attraverso le eccellenze enologiche del territorio quello proposto dal progetto Le Vie del Vino, realizzato dallassessorato alla Viabilità della Provincia nellambito del Pit 19. La nuova segnaletica conduce alla scoperta della realtà enoturistica dellAlto Belice Corleonese.
Partendo da Palermo litinerario tocca i comuni di Monreale, Camporeale, San Cipirello, San Giuseppe Jato, Santa Cristina Gela, Corleone, Roccamena, Piana degli Albanesi, Contessa Entellina.
Il percorso attraversa un territorio ad alta vocazione vinicola in cui sono stati riconosciuti importanti marchi Doc e Igt. Zone in cui il vino è il motore principale delle attività produttive ma dove è anche possibile scoprire prodotti enogastronomici di quadi lità, trascorrere qualche ora nel relax della campagna, conoscere la storia e i tesori di questo angolo del Palermitano. Il filo conduttore resta comunque il vino, la passione di tanti moderni vignaioli, la tradizione enologica, i processi di lavorazione fra vecchie usanze e innovazione, le tante etichette di qualità che in questo comprensorio vedono la luce.
Lobiettivo di questa iniziativa – sottolinea il Presidente della Provincia di Palermo Giovanni Avanti – è quello di avvicinare la gente alla cultura del vino puntando alla creazione di un vero e proprio circuito in cui gli appassionati possono trovare anche tutte le informazioni di carattere ambientale e storico necessarie. Obiettivo che si coniuga pienamente con il sostegno alle realtà imprenditoriali di un settore in piena crescita come quello enologico, con un evoluto sistema imprenditoriale e processi di trasformazione allavanguardia senza mai dimenticare lidentità del territorio.
La segnaletica, realizzata nellambito del programma di cooperazione europea Dyonisos con un investimento di 206 mila euro, indica con una grafica chiara e facilmente individuabile il percorso per raggiungere le aziende, senza dimenticare le norme del codice della strada. La cartellonistica apposta sottolinea lassessore alla Viabilità e Trasporti, Gigi Tomasino facilita chi vuole percorrere le strade provinciali alla scoperta di queste realtà. Un modo dunque per valorizzare il territorio, grazie al recupero del paesaggio e ad informazioni precise ai visitatori, ma anche un sostegno alle imprese, in termini di infrastrutture. Una viabilità adeguata per raggiungere le aziende è infatti un sostegno fondamentale per leconomia, in particolare in questo settore dove sempre più il rapporto fra i produttori e il cliente finale crea nuove occasioni di crescita.
Sempre con lobiettivo di valorizzare la tradizione agricola e di sostenere il turismo enogastronomico, insieme alla segnaletica stradale è stata realizzata anche una guida, per accompagnare i visitatori in cantina.
Gustare a piccoli sorsi
Tutte le cantine in un click
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Diciannove aziende si presentano al pubblico nella guida curata da Amelia Bucalo Triglia: raccontano le loro aziende, i metodi di produzione, le tradizioni di famiglia e la storia di tanti produttori che hanno fatto dellenologia una ragione di vita. Lungo queste vie dellentroterra palermitano gli enoturisti potranno scegliere fra bianchi e rossi deccezione, fra vitigni autoctoni come Nero dAvola, Insolia e Cataratto e vitigni internazionali come Cabernet Sauvignon, Merlot e Viognier, vini ottenuti da uve in blend o in purezza.
La brochure, realizzata nellambito del progetto Le vie del Vino, diventa un agile strumento per chi decide di passare qualche giorno fra aziende enologiche e cantine, una vera e propria mappa delle eccellenze del territorio dellAlto Belice Corleonese.
Con lobiettivo dichiarato della Provincia, promotrice delliniziativa, di rendere un servizio al turista e nel contempo sostenere le aziende. Ogni scheda illustra le caratteristiche dellazienda e le proprie etichette. Spazio anche alle indicazioni per raggiungere ogni cantina, i riferimenti sul web, i contatti telefonici per richiedere informazioni o per eventuali prenotazioni.
Lantico feudo
Disisa di Monreale per questa terra fu proprio don Pietro a ricostruire, nel 68,Guida alla mano, andiamo anche a noi a scoprire queste diciannove realtà.
La prima tappa è nel Monrealese, dove sono concentrate le prime sei cantine. Nellantico Feudo Disisa, terra fertile e ricca arrivata ad oggi fra storia e leggende, sorge lomonima azienda di proprietà, da oltre un secolo, della famiglia Di Lorenzo: quattrocento ettari che si sviluppano attorno ad una torre saracena, in cui i vigneti si alternano agli uliveti. Un felice matrimonio fra tradizione e innovazione caratterizza la cantina che, già nel 1970, ha sperimentato in Sicilia ladattamento al clima e ai terreni dello Chardonnay e del Muller Thurgau.
Sei etichette: i monovitigni di Nero dAvola, Chardonnay e Grillo; Adhara e Chara, dai nomi delle stelle, un Sirah in purezza e un blend di Cataratto lucido e Insolia; Tornamira, un blend di Cabernet Sauvignon, Merlot e Sirah che porta il nome del vigneto situato nel cuore della tenuta. Non lontano, in contrada Pietragnella, nellazienda agricola Tamburello le antiche tradizioni della raccolta e della vinificazione vengono tramandate senza rinunciare alle tecnologie davanguardia.
Mirella Tamburello, figlia minore di Nicolò, guida con intuito e sensibilità, doti spiccatamente femminili, unazienda in continua evoluzione.
Dai vigneti biologici si ottengono Dagala bianco (Insolia e Cataratto lucido) e rosso (Nero dAvola e Cabernet Sauvignon), Pietragavina bianco (Perricone in purezza ) e rosso (Nero dAvola in purezza). Sempre a Monreale, in contrada Virzì, Francesco Spadafora guida lazienda di famiglia, ereditata dal padre, don Pietro, insieme alla passione pe lazienda danneggiata dal terremoto del Belice e a rivalutarla. Nel 1988 il testimone è passato a Francesco che è andato avanti introducendo moderni criteri di coltivazione e di vinificazione. Al padre ha dedicato, nel 1993, il primo Don Pietro rosso, blend di Cabernet Sauvignon, Merlot e Nero dAvola. Accanto a questa prima bottiglia oggi si può scegliere fra Don Pietro bianco (Insolia, Grillo, Catarratto), Monreale Sirah, Sole dei Padri (Sirah in purezza), Alhambra (Cataratto e Insolia), Incanto (Catarratto in purezza), la linea Schietto con Sirah, Cabernet Sauvignon, Chardonnay e Grillo.
A Virzì si può anche scegliere laccoglienza di sei mini appartamenti affacciati, come la cantina e le strutture di produzione, sul cortile centrale e con una splendida vista sui 180 ettari di collina dellazienda.
Nello stesso comprensorio, i vigneti sono il cuore dellazienda Sailler de La Tour in cui cè spazio anche per gli uliveti, per un frutteto biologico e per i pascoli. Nella cantina La Monaca, costruita nel 1892 dallingegnere francese Antoine De Fry, la tradizione convive con linnovazione, il legno è affiancato al cemento e allinox. Qui si producono il Sallier de La Tour rosso (Merlot, Sirah, Cabernet Sauvignon, Nero dAvola) e bianco (Viognier, Semillon, Sauvignon blanc), i monovitigni di Sirah, Merlot, Nero dAvola, Cabernet Sauvignon, Insolia e Catarratto. Vigneti e cantina sono oggi gestiti da Tasca dAlmerita che cura anche la fase commerciale. La Masseria Pernice, una guest house di classe, è stata realizzata in un antico baglio: nelle case un tempo alloggio dei contadini oggi sorgono quattro appartamenti, nellantico granaio è stato ricavato il salone dove i proprietari – il principe Filiberto e la moglie Domitilla accolgono gli ospiti.
Il Feudo di Sirignano, nellomonima contrada monrealese, è di proprietà dei Marchesi De Gregorio dal 1730. Vigneti biologici, uliveti e campi di grano si estendono su queste dolci colline. Le diverse generazioni della famiglia si sono succedute alla guida dellazienda, oggi in mano al marchese Massimo. Nei sotterranei dellantico baglio, immerso nel verde di un bosco secolare, la cantina conserva Teodora (Chardonnay, Catarratto e Insolia), Gregorio Maximo (Cabernet e Nero dAvola), la linea Sirignano con i monovitigni di Catarratto, Insolia, Chardonnay, Nero dAvola e Merlot. Nel Siringano Wine Resort una club house, dieci appartamenti, un ristorante, un punto vendita dei prodotti aziendali (fra cui lolio) e il museo dellagricoltura.
Fra Monreale e Corleone, lazienda dei fratelli Pollara si estende per 220 ettari in cui si producono i vini Principe di Corleone. Amore e dedizione per la terra, una terra a cui lazienda ha attinto ma alla quale ha voluto anche dare, contribuendo al recupero di opere darte e ad iniziative sociali. Ventitre le etichette prodotte: i più tradizionali Il Bianco (Cataratto e Insolia) e Il Rosso (Nero dAvola, Merlot e Cabernet Sauvignon), i monovitigni Sinedie (Chardonnay affinato in barrique), Quercus (Nero dAvola), Merlot, Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Pinot Bianco, Grillo, Sirah, Nero d’Avola e “Merlot giovane” (ottenuta da uve di Nero d’Avola), un blend “Cataratto – Chardonnay, i più innovativi Giada (da Trebbiano raccolto in leggero ritardo), Narkè (Nero dAvola di spalliera), Evoé (Nero dAvola e Merlot) e Cupido (originale blend delle più pregiate uve nere di Sicilia), i biologici Sophia rosso (da uve di Nero dAvola) e bianco (da Catarratto), il Rosato (Nero dAvola), lo Spumante (ottenuto con uve provenienti da selezionati vigneti a bacca bianca,nelle migliori esposizioni al sole), il vino da meditazione Zhara (da uve di Cataratto e Moscato raccolte ad agosto e fatte appassire sui graticci per almeno 7 giorni), e le grappe di Catarratto e Nero dAvola.
Inoltrandosi nella Valle dello Jato, a San Giuseppe sette soci danno vita a Feotto dello Jato cantina dallanimo giovane che si ispira ad un connubio fondamentale: radici e innovazione.
La struttura di recente edificazione si ispira allarchitettura rurale tipica, i metodi di produzione puntano al recupero della tradizione in una chiave moderna. Da questa filosofia vengono fuori nove rossi e quattro bianchi oltre a grappe, vendemmie tardive e gelatine di vino: Primi Fermenti, Feotto e Fegotto (tutti e tre Nero dAvola con diverse lavorazioni e periodi di affinamento), Feotto e Sirae (Sirah), Note di Rosso (Nero dAvola e Merlot), Terra di Giulia (Nero DAvola, Merlot, Sirah), Rosso di Turi (Merlot), Vigna Curria (Perricone); Feotto – Grillo & Insolia, Note chiare (Insolita e Grecanico), Iris (Chardonnay e Insolia), Sauvignon blanc; Alba Rosa (rosato ottenuto dalla vinificazione in bianco di uve Nero dAvola); Zabbia(vendemmia tardiva di Cataratto e Grecanico); le grappe di Nero dAvola e Perricone; le gelatine di Zabbia e di Nero dAvola.
Inoltrandosi nellentroterra dellAlto Belice Corleonese, incontriamo, in territorio di San Cipirello, la prima realtà cooperativa, la Cantina dellAlto Belice: dai 36 soci del 1971 si è passati agli 800 di oggi, 160 mila ettolitri di vino prodotti, 1600 ettari di vigneti.
Grandi numeri senza perdere di vista la qualità e i legami con il territorio e con la storia. E alla terra e alla storia si ispirano le etichette: Sole Del Belice (nelle varianti monovitigno di Cataratto, Nero dAvola e Sirah), Belicino bianco (Catarratto) e rosso (Nero dAvola e Sangiovese), Robinia (due monovitigni di Nero dAvola e di Insolita e due blend, di Nero dAvola e Sangiovese di Catarratto e Insolia) e Belnovello (Nero dAvola e Sirah); la linea Tre Feudi, che prende il nome dagli antichi toponimi Mortilli, Giambascio e Muffoletto, su cui nacque San Cipirello e che comprende tre bianchi (uve in purezza di Catarratto, Insolia e Chardonnay) e quattro rossi (Nero dAvola, Merlot, Sirah e Cabernet Sauvignon, tutti in purezza); la nuova linea Trerrè, ispirata a Guglielmo II il buono, Federico II di Svevia e Vittorio Emanuele II con un Nero dAvola in parte affinato in barrique per 12 mesi e un Catarratto affinato per 12 mesi, per metà in barrique e per metà in acciaio; il Genuivino, bag in box da 3 e 5 litri con tre opzioni di Catarratto lucido, Nero dAvola e Rosso da Nero dAvola e Sangiovese.
Misure più contenute, 2.500 ettolitri di produzione, per la Don Tomasi cantina fondata nel 2004 e oggi di proprietà di Giuseppe Terrasi Maria Rosaria Ales. Nellomonima Contrada di San Cipirello, vigneti coltivati con metodi biocompatibili e moderni impianti danno vita a un rosso (blend di Nero DAvola, merlot e Sirah) e a un bianco Catarratto in purezza), al Cabernet Cabernet Sauvignon al 0 per cento e Nero dAvola), i monovitigni di Sirah e Nero Avola e a un blend Catarratto Chardonnay.
La Cooperativa Cantina Sociale Alto Belice
Azienda Don Tomasi (San Cipirello)
Restando in territorio di San Cipirello, proseguendo verso le pendici del Monte Jato, le Cantine Simonetti parlano agli amanti del vino dal 1900. Un occhio attento a
l mercato e alle nuove tendenze con produzioni differenziate: ai consumatori tradizionalisti si rivolge la linea Percianotto, vini da tavola nelle tre varianti Bianco, Rosso e Rosato, confezionati in contenitori da uno, uno e mezzo e cinque litri; a un consumatore più esperto sono rivolti i Pietralunga in contenitore da 750 ml; agli esperti è dedicata la linea di produzione di alta qualità, Perla di Sicilia, distinta per i vini bianchi in, Perla Chardonnay e Perla Catarratto e Insolia, Perla Alcamo doc, Perla Bianco (tre blend di Catarratto e Insolia di diverse zone di produzione), per i rossi in Perla Nero dAvola, Perla Sirah, Perla Cabernet Sauvignon e Perla Merlot.
Guarda al mediterraneo Calatrasi, azienda della famiglia Miccichè, creata nel 1980 dai fratelli Giuseppe e Maurizio, con il conforto del padre, Vincenzo. Si chiama proprio Mediterranean Domains il progetto di espansione dellazienda: 1750 ettari di vigneti che partendo dalla Sicilia, e da San Cipirello in particolare, toccano la Puglia e la Tunisia dove la cantina è ospitata in un piccolo castello francese di epoca coloniale, impianti di vinificazioni in tutte e tre le tenute. Il risultato sono quattro linee di vini i cui nomi evocavo la terra e il sole del bacino
Siringano Wine Resort dei Marchesi De Gragorio (Monreale)
mediterraneo, con i suoi profumi e le sue suggestioni: della linea Terre di Ginestra fanno parte A Naca (a prevalenza di Nero dAvola), Magnifico (a prevalenza di Sirah), 651 come laltitudine a cui vengono prodotte queste uve di Nero dAvola e Sirah per la versione rossa e di Chardonnay per il bianco, Q FranQ (a prevalenza di Cabernet Franc) e Q BlanQ (a prevalenza di Sauvignon Blanc) , tre monovitigni di Nero dAvola, Cataratto e Viognier, Di sera (Insolita vinificata con metodo Charmat), Allora Primitivo dai vigneti del Salento e il Passito di Pantelleria (Moscato dAlessandria ottenuto dai vigneti dellisola trapanese); la seconda linea è Accademia del Sole con due bianchi (un Viognier in purezza e un blend di Chardonnay e Viognier) e due rossi (Shiraz in blend con Nero dAvola e Cabernet Sauvignon); Terrale di cui fanno parte quattro monovitigni di Nero dAvola, Sirah, Primitivo e Catarratto, un blend rosso di Nero dAvola e Sangiovese e un rosato ; vini allegri i DIstinto ossia Bahtheos (Nero dAvola e Petit Verdot) e Ljetas (Catarratto, Chardonnay e Viognier), un Rosato (da Nero dAvola e Sangiovese), due monovitigni rossi di Nero dAvola e Sirah e uno bianco di Grillo, un blend bianco di Catarratto e Chardonnay. Piatti della tradizione siciliana possono essere assaggiati allOsteria Calatrasi, una moderna masseria in pietra e legno con ampie vetrate sulle colline.
Bisogna andare oltre il lago di Piana degli Albanesi per trovare Baglio di Pianetto, una tenuta in territorio di Santa Cristina Gela su cui nel 97 ha scommesso il conte Paolo Marzotto. Ricordi di vacanze estive e di corse automobilistiche, una delle quali gli ha fruttato anche una vittoria nel 52 su Ferrari, hanno spinto questo gentiluomo daltri tempi a investire in Sicilia, fra lentroterra palermitano (dove i vigneti producono Insolia, Viognier, Petit Verdot e Merlot) e gli altri possedimenti di Noto, in provincia di Siracusa (dove si ottengono Nero dAvola, Sirah e Moscato bianco). Con le etichette di Baglio di Pianetto nascono Ficiligno (Insolia e Viognier), Shymer (Shyrah e Merlot), Ramione (Nero dAvola e Merlot), Nero dAvola, Ginolfo (Viognier in purezza), Salici (da Merlot), Cembali (da Nero dAvola), Carduni (da Petit Verdot) e Rais (Moscato bianco). Dal 2005 lantico Baglio è stato trasformato in relais de charme, con tredici camere, solarium e piscina.
Inoltrandosi nella Valle dellAlto Belice, verso Camporeale, le Fattorie Azzolino hanno superato le sfide di tre generazioni della famiglia Sacco, sino ad oggi quando a
guidarle è Franco Sacco, nipote dellomonimo fondatore. Cinquanta ettari, la maggior parte a vigneti e una piccola parte a coltivata a seminativo, oliveti, pascoli e boschivo. Con metodo biologico vengono prodotti Chardonnay e Nero dAvola, Tranùi (Catarratto e Sauvignon blanc), Diletto (vinificazione in bianco di Nero dAvola), DIncanto (Grillo), Dimore (Nero dAvola e Cabernet Sauvignon), Notturno (Nero dAvola) e il passito Dama Cortese.
È una storia di famiglia anche quella che vive la Alessandro di Camporeale. Da Antonino Alessandro, fondatore della cantina ai primi del Novecento, il testimone è passato agli inizi degli anni Ottanta a Benedetto cui sono seguiti i figli Antonino, Natale e Rosolino. Oggi si fa avanti la quarta generazione, Anna e i due cugini, entrambi Benedetto, che stupiscono per lentusiasmo con cui, nonostante la giovane età, raccontano la storia dellazienda di famiglia, svelano i piccoli segreti dietro il nome di unetichetta, mostrano tutto lorgoglio della loro identità. Dalla storia di questa famiglia, dal legame con queste radici, nascono in contrada Mandranova vini di grande impatto: Kaid, vinificato per la prima volta nel 2000, è un Sirah in purezza, nel 2006 affiancato dal Kaid vendemmia tardiva ottenuto da uve surmature, appassite ma non completamente disidratate; il Benedè, Cataratto in purezza, e il DonnaTà, Nero dAvola in purezza, riportano ai nomi di famiglia e alla vita dei campi. Parlano un po
La Cooperativa Cantina Sociale Alto Belice Azienda Don Tomasi (San Cipirello)
francese le cantine Rapitalà: nel 1968 il francese Hugues Bernard, conte de la Gatinais, sposa Gigi Guarrasi, discendente di una nota famiglia imprenditoriale palermitana, e con lei si lancia nellavventura di ricostruire le cantine distrutte dal terremoto, fra Camporeale e Alcamo.
Passione e impegno hanno portato la cantina, oggi guidata dalla moglie Gigi e dal figlio Laurent, ad essere una delle più note, con una ricca e variegata produzione: Solinero (Sirah), Hugonis (Cabernet Sauvignon e Nero dAvola), Grand Cru (uve Chardonnay raccolte a completa maturazione e vinificate in bianco), Cielo dAlcamo (vendemmia tardiva di Sauvignon e Catarratto), Nuhar (Nero dAvola e Pinot Nero), Casalj (Catarratto e Chardonnay), Nadir (Sirah in purezza), Bouquet (un sapiente blend di Grillo, Sauvignon e Viognier), Piano Maltese (Grillo e Catarratto in blend con altri vitigni internazionali), Campo reale (Nero dAvola), il Rosato (ottenuto
da Nerello mascalese e Perricone), Sire Nero (Sirah), la linea I Templi con i monovitigni Alcamo (Catarratto lucido), e Nero dAvola, il Rosato (sempre da da Nerello mascalese e Perricone) e il blend di Catarratto e Chardonnay. Sempre nel territorio di Camporeale il vino diventa anche unopportunità di riscatto sociale.
La cooperativa Val di Bella, sette produttori associati per un totale di 48 ettari di vigneti, nasce dalla collaborazione con i Azienda Rapitalà fra Alcamo e Monreale Salesiani e ha lobiettivo di dare un lavoro e un futuro ai giovani ospiti della casa di accoglienza Itaca, minori senza sostegno familiare. Da questo progetto, che coniuga produzione ed educazione, nascono i vini Regalis (Cabernet Sauvignon), Itaca (Catarratto, Muller Thurgau e Chardonnay), Jakì (Nero dAvola e Cabernet), Catarratto e Nero dAvola. Proseguiamo addentrandoci nel Corleonese dove la guida segnala unaltra realtà cooperativa. La Cantina sociale Vitivinicola Corleonese si trova ai piedi della Rocca Busambra. Nel 1973 i produttori associati erano tredici, oggi sono più di quattrocento. E negli anni è cambiata anche la filosofi della cantina che se in passato mirava alle grandi quantità oggi punta a vigneti di maggior pregio anche se a bassa resa. La cantina produce Nero dAvola, Syrah, Insolia e Cataratto, Bianco e Rosso (entrambi Igt). Con letichetta Feudi di Corleone, si possono sorseggiare Lucenti (Viognier e Catarratto), Nadim (Sirah, Merlot e Cabernet Sauvignon), Torre Sovrana, nella versione bianco (Chardonnay in purezza) e rosso (Cabernet Sauvignon).
Le ultime tappe di questa gita enologica sono nel territorio di Contessa Entellina. Qui Nino Colletti e la sorella Maria negli anni Novanta hanno dato vita ad Entellano, seguendo la strada avviata negli anni Cinquanta dal padre, don Luca. Il legame con il territorio e la sua storia è forte, basta sentire parlare Nino Colletti che ama richiamare le citazioni di Pindaro e Cicerone dedicate al vino dellantica città elima di Rocca di Entella. Nella piccola azienda vengono prodotti il Don Luca (Nero dAvola e Cabernet Sauvignon), il Lieo (Sirah in purezza), lEntellano Merlot, lEntellano Cabernet Sauvignon e lEntellano Rosso) (Sirah, Merlot e Cabernet Sauvignon dalla vendemmia 2006).
Nellantico Feudo di Tarucco, oggi sede dellAzienda Agricola Geraci, si conclude il nostro viaggio lungo le vie del vino dellAlto Belice Corleonese. Quindici ettari di vigneti e una cantina in cui si producono i vini che portano lo stesso nome di questa terra, Tarucco, fra Bisacquino e Contessa Entellina. Un tuffo nella storia, in un fondo passato, nel 1382, dal Re Martino al vassallaggio della Chiesa di Monreale. Anche letichetta di questi vini è un richiamo alla Sicilia e alla sua identità, con unallegoria cinquecentesca dellisola, il grano e lagave a simboleggiare la fertilità della terra e leleganza che Stefano ed Antonella Geraci vogliono dare ai loro vini. Alicante è il gioiello di famiglia, particolare perché ottenuto interamente dalle omonime uve poco conosciute e fra le poche la cui polpa è rossa. Lalicante è utilizzato anche per Gioeni, in blend con Cabernet Sauvignon e Merlot. Gli altri rossi Tarucco sono Peralta (Nero dAvola, Sirah e Cabernet Sauvignon), Nero dAvola e Sirah. Due i bianchi, Chardonnay e Colonna (Grillo, Greco dorato e Chardonnay).
Guida alla mano dunque, per esperti appassionati o neofiti del vino il tour alla scoperta delle cantine si preannuncia interessante, con la possibilità anche di conoscere e apprezzare questo angolo del territorio palermitano, la sua storia e i suoi prodotti tipici.