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Ecco la mostra dello scultore Domenico Zora. Saranno esposti i capolavori realizzati nella prima lunga fase creativa, animati dal contatto con un formalismo figurativo tradizionale ispirato dalle dolcissime linee di Emilio Greco, così come dall´imponenza delle sagome massicce e dai divini slanci di Giacomo Manzù, non disdegnando di accogliere l´eco del linguaggio rinascimentale più maturo. Ma i temi proposti rappresentano anche la conclusione di quell’indagine che, sebbene nel passato più elevato abbia scelto di attingere a piene mani, oggi decide, tuttavia, di cambiare rotta in modo violento nell’annunciare una nuova produzione che abbandona i canoni espressivi già noti, per abbracciare l’estrema contemporaneità espressa attraverso una femminilità giovanissima, avvenente e fortemente trasgressiva rispetto ai diktat del perbenismo borghese, dando così alla bellezza il compito di porsi come alfabeto universale adesso lanciato verso il superamento formale ed emotivo di tutto ciò che la storia ci ha già rivelato