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La dimora della nobile Azisa sorgeva in mezzo ad un dedalo di viali in un giardino denso di voluttà, meravigliosamente adorno di padiglioni di marmo e di porfido e di portici ombrosi intarsiati da mosaici, dove gli uccelli tessevano l’aria con i loro cinguettii e i flauti.
Entriamo in una sala in stile moresco di rara bellezza, con tre nicchie ai lati ovattata da un leggero bugnato a nido d’ape, arricchita da eleganti colonnine di marmo grigio, istoriata all’interno da mosaici che riproducono festoni di foglie. Nella parete di fondo, da una gronda intagliata, sgorga copiosa l’acqua che va ad alimenatre dei ruscelli laterali garruli come un tempo, ma che ora corrono intorno, per poi perdersi sul pavimento.