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Il più importante monumento del paese è il santuario della Madonna del SS. Romitello, fondato per onorare la memoria di fra’ Giuliano Majali, un eremita che visse a lungo in quel luogo e che fu anche ambasciatore e diplomatico per conto di Papi e di Re. Opera sua è il quadro della Vergine affranta dal dolore, col figlio morto sulle ginocchio. Il Santuario è oggi meta di pellegrinaggio da ogni parte dell’isola.
Da visitare anche la chiesa Madre del XVIII secolo, col suo campanile in stile barocco, che risale al 1762, il bassorilievo in marmo bianco, raffigurante Santa Maria Maddalena, attribuito al Gagini, e un’acquasantiera in bronzo, divisa in quattro pannelli, collocata sopra un’acquasantiera in marmo grigio, opera del Pirrone.
Da non perdere nemmeno la visita alla chiesa di Sant’Antionio da Padova e alle chiese della Madonna di Loreto , di S. Nicolò di Bari, della Provvidenza, e al SS. Salvatore dei Padri Passionisti.
Una tradizione a cui Borgetto è molto legato sono le “cene di San Giuseppe”, che cadono ogni anno il 18-19 marzo. Sono organizzate da privati cittadini “per grazia ricevuta”a seguito di una “promisione”. Ogni famiglia che
organizza “la cena” destina a tale scopo una stanza della propria casa, addobbandola con drappi bianchi, dove viene realizzato un altare e vengono esposti pani di varie forme e tante altre pietanze da offrire a tre bambini poveri.
Una delle manifestazioni tipiche popolari di Borgetto era la “Sagra ri Virgineddi”. Le origini di tale usanza si perdono nel tempo senza nessun riferimento o strumento storico che ne attesti il principio o per lo meno tracce di tale usanza popolare, per altro comune a tanti altri paesi con delle differenziazioni da luogo a luogo.
A Borgetto, secondo ancora quanto viene tramandato dalla voce popolare dei più anziani, pare che tale usanza fosse solamente in onore della Madonna, ma su questo non c’è certezza assoluta. I “Virgineddi” si facevano infatti solamente nel sabato, giorno della settimana dedicata alla Madonna. Consisteva in un piatto con fave, la pasta era di casa tutti i giorni, ed era preparata con farina impastata sopra ” i scannatura la forma della pasta era”i fagghiarini, una pasta a larghe falde che con un grosso coltello veniva tagliata a piccole fettuccie, dette volgarmente “tagghiarini”. I “Virgineddi” venivano cotti fuori, sulla strada, ovvero chi aveva promesso tale devozione alla Madonna di Romitello, li cuoceva al santuario stesso. I “Virgineddi” venivano distribuiti ai bambini poveri, ma all’occorrenza li mangiavano anche gli astanti e qualche piatto veniva mangiato per devozione da parenti e amici.