Carini – Oratorio del Santissimo Sacramento

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In contrapposizione alla riforma auspicata da Martin Lutero, la Controriforma Cattolica allo scopo di far amare e divulgare sempre di più il culto della Santa Eucaristia disseminò il mondo cattolico di iniziative legate al culto eucaristico e fece edificare tanti Oratori dedicati al mistero del Corpo e del Sangue di Cristo. Il paese di Carini innalzò L’Oratorio del SS. Sacramento accanto alla Chiesa Madre nel XVI secolo affidandolo ben presto alle cure di famosi e valenti artisti. Cosicché l’aula dell’Oratorio è stata decorata finemente dalla bottega di Giacomo Serpotta e di alcuni suoi collaboratori, fra i quali si riscontra la mano del trapanese Vincenzo Messina e di alcuni suoi figli che lo collaborarono. Si perviene ad essa attraverso un classico vestibolo a pianta rettangolare in cui è collocato un fine dipinto su lavagna che raffigura la “Madonna del Monserrato” di G.B.Arena (1605)L’Aula dove pregavano i confratelli è anch’essa di forma rettangolare ed è un’insieme di rara bellezza. Sulle pareti laterali, in basso, è disposta una panca in mogano. Le pareti sono ricoperte da preziose decorazioni in stucco e sedute su di un piccolo cornicione aggettante sono disposte otto statue allegoriche che portano l’osservatore a meditare sul mistero eucaristico, quindi: la Fede, la Carità, la Fortezza, la Prudenza, la Speranza, la Giustizia, la Grazia e la Chiesa. La spalliera dei confratelli è limitata in alto dal cornicione sul quale sono sedute le virtù ma idealmente continua al di sopra delle statue allegoriche e viene chiusa, sotto le finestre, da una cornice in stucco decorata che diventa secondo i casi edicola con conchiglia e qualche volta drappeggio. La grande Aula prende luce da sei grandi finestre le cui pareti sono finemente decorate con putti in vari atteggiamenti e grandi festoni; sotto le finestre sporgono delle mensole trilobate dove sono inseriti dei piccoli palcoscenici in cui sono rappresentati i più conosciuti miracoli eucaristici. In ordine: Il “Sacrificio di Isacco”, “il Santissimo adorato da una belva”, “una mula che s’inginocchia al passaggio dell’Eucarestia”, e poi nell’altro lato “Il Miracolo di Bolsena”, “Il Miracolo di Torino”, “l’Apparizione dell’Eucarestia a San Pasquale mentre pascola le pecore”: Negli angoli dell’oratorio si riscontrano anche delle “sirpuzze” (serpentelli) che spesso sono viste come il modo in cui Giacomo Serpotta firmava i suoi lavori ma potrebbero essere, visto che sono colorate di verde, simboli della presenza del “Male” anche all’interno di un Oratorio. Sull’altare maggiore prezioso per marmi, troneggia una grande tela del XVI sec. del “monocolo di Recalmuto” il pittore Pietro D’Asaro. Sull’abside nell’arco centrale è scritta una frase di San Giovanni Crisostomo: “cogita quali mensa fruaris” (Rifletti su quali vivande godrai) dedicata all’Eucarestia. Nella parete di fronte all’altare maggiore vi è un coretto contornato da quattro piccoli affreschi attribuibili al fiammingo Guglielmo Borremans e due tele che rappresentano “Elia che riceve il pane dagli Angeli” e la “Moltiplicazione dei Pani”. Il soffitto anch’esso bianco reca al centro il “Trionfo della fede” del messinese F. Tancredi (sec.XVIII) che ha dipinto anche i Quattro evangelisti e quattro “Precursori di Cristo” che contornano l’affresco del centro.

All’esterno la facciata dell’Oratorio si presenta molto semplice.

L’Oratorio è visitabile in occasione di eventi o su prenotazione.

Per maggiori info visita il sito della pro loco : clicca qui