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La chiesa di San Stanislao Kostka ( che ha ereditato parte degli arredi della non più esistente Madonna del Lume) si trova nel rione del Capo, all’interno del mandamento Monte di Pietà.
Il Rione-quartiere del Capo era caratterizzato dalla presenza del fiume Papireto, interrato definitivamente nel 1591 per iniziativa del principe di Buonriposo; fu costruito un unico condotto, che attraversava ed attraversa la città per tutta la sua lunghezza fino alla Cala.
La chiesa di San Stanislao Kostka sorge nella piazzetta del Noviziato nei pressi di Porta Guccia, alle spalle dell’odierno Palazzo di Giustizia. Essa faceva parte di un vasto complesso che comprendeva anche un convento in cui i Gesuiti compivano il loro noviziato.
Qui i giovani ricevevano la loro prima formazione teologica, classica, scientifica e filosofica fino al quarto voto.
Nella città di Palermo i Gesuiti fondarono, come dettato dalla regola, cinque case, ognuna delle quali con una funzione e una organizzazione ben precisa e distinta: il Noviziato, il Collegio o Domum Studiorum, la Domus propagationis, la Casa Professa e la Domus Exercitiorum Spiritualium; quest’ultima era il luogo in cui ogni gesuita, almeno una volta l’anno si ritirava per gli esercizi spirituali.
La Chiesa e il Convento del Noviziato furono edificati nel seicento su progetto dell’architetto Messina Natale Massuccio.
La Chiesa ebbe originariamente dimensioni ridotte, In seguito fu ampliata e dotata di cappelle.
Nella seconda metà del XVII secolo e per tutto il XVIII fu eseguita la sontuosa decorazione interna. Dopo l’espulsione dei Gesuiti, avvenuta nel 1767, la costruzione divenne caserma delle Guarnigioni Borboniche e non più restituita all’Ordine. La Casa Convento fu distrutta durante i moti risorgimentali del 1848 e di tutto il complesso è rimasta soltanto la Chiesa.
“Ls chiesa fu fondata a 15 agosto 1591….la fabbrica di questo noviziato è sontuosissima….la chiesa è di mediocre grandezza….fu piccola….poi ingrandita… è stata abbellita d’oro e di pittura nel 1680….””vi sono cinque cappelle. Le prime due vicino all’altare, l’una dedicata a Sant’Ignazio, l’altra a San Francesco Saverio, ornate di marmi e di bassorilievi, le altre tre sono di stucco….”
La chiesa ha una larga abside. Le cappelle non sono le semplici nicchie di altre chiese ad unica navata. L’attuale articolazione della navata e del presbiterio a coppie di pilastri dorici e una traslazione pronunciata risale,come la decorazione, alla metà del 1700. Come era consuetudine la decorazione della chiesa cominciò dalle cappelle.
il 15 settembre 1665 Francesco Santo si impegnò a realizzare la facciata a quattro colonne a spirale sovrastate da un frontone spezzato e curvilineo. Nei successivi decenni l’interno della chiesa fu preso d’assalto da una miriade di stuccatori e marmorari che arricchirono la volta e le pareti ma tutto il loro lavoro,oggi non esiste più.
La chiesa venne consacrata nel 1699. Le cappelle laterali sono molto decorate con affreschi e stucchi allegorici e dettagli decorativi. La presenza di Giacomo Serpotta è attestata nella cappella dove si colloca la grotta di Santa Rosalia. Anche la cappella dedicata a San Stanislao è molto decorata con storie della vita del Santo; marmi appartenenti alla decorazione settecentesca che, per fortuna, sono arrivati sino a noi.
Appartiene alla chiesa il dipinto originale della Madre Santissima del lume.
Padre Genovese, che diffondeva la devozione verso la Madonna del lume, non avendo un’immagine che servisse da ausilio per tale diffusione si rivolse ad una donna molto devota alla Madonna che spesse volte aveva avuto visioni.
La Madona apparve ad essa reggendo in grembo Gesù bambino sorridente; alla destra della Vergine un peccatore nell’atto di precipitare all’inferno, e alla sinistra un angelo in ginocchio che sorreggeva un cestino sul quale il bambino Gesù conservava i cuori dei peccatori convertiti per intercessione della Madre.
La leggenda attribuisce alla SS.Vergine la richiesta di essere dipinta in questo modo. La prima copia non riuscì, perchè mancava il corteggio degli Angeli, la Madonna era stata ammantata di rosso e sotto i suoi piedi aveva la mezza luna, segno che ella non aveva indicato. La vergine allora decise di essere presente durante il lavoro del pittore (del quale non ci è pervenuto il nome) e di guidarlo nel facimento dell’opera; il risultato è il quadro di cui la chiesa è in possesso.
Foto in evidenza: statua in cera del santo custodita nella chiesa Santa Maria del Piliere detta degli Angelini della ex congregazione dei cuochi