Valle del Sosio e monti di Palazzo Adriano

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La maggiore importanza del biotopo risiede nell’interesse scientifico dei Monti, costituiti da calcari compatti appartenenti al Trias medio, affioramenti rarissimi in Italia. Alcuni massi calcarei isolati risalgono al Permiano (Era Paleozoica) e rappresentano, con i loro 260 milioni di anni, le rocce sedimentarie più antiche della Sicilia. Essi contengono una fauna e flora fossili di eccezionale importanza; specie il più grande di essi, conosciuto come “Pietra di Salomone”, è di eccezionale importanza paleontologica per la ricchezza e lo stato di conservazione dei fossili marini.
Tuttavia, l’intera Riserva è uno degli ambienti naturali più variegati e ricchi di Sicilia, gradevolmente movimentato dalla presenza di vallate, gole, dirupi e radure. Dallo sbocco del lago Gammauta, essa si sviluppa su una porzione di territorio montuosa, attraverso cui scorre il fiume Sosio, che offre bei panorami di gole e canyon, con le sue impervie pareti di roccia spesso coperte da boschi.
 Il cuore verde della riserva è costituito dal Bosco di Sant’Adriano dominato dai lecci che cedono via via alle roverelle man mano che si addolciscono le pendenze. Sono presenti altre specie di quercia, il carpino nero, l’orniello e l’acero campestre,insieme ad arbusti quali il corbezzolo, l’erica,il biancospino, il pungitopo, la ginestra spinosa e la rosa di San Giovanni. Aree ancora coltivate o dedite all’allevamento brado si alternano ad ampie praterie adorne di arbusti.
Lungo il corso del fiume svettano superbi esemplari di pioppo bianco e nero, insieme ad olmi e frassini, mentre più presso all’acqua vivono la cannuccia del Reno e le tamerici.
Specie rare di grande interesse botanico, come la camomilla delle Madonie, la vedovina delle scogliere e la bocca di leone siciliana popolano biotopi caratteristici quali Serra Frattasa, Serra del Biondo e Pizzo Gallinaro.
Nell’ambiente rupestre, si creano le interpunzioni colorate dall’ofride azzurra e dalle orchidee italica, dal lungo corno e di Branciforti.

Numerose specie animali popolano la riserva, nel cui territorio sono state censite almeno sessanta specie di volatili. Tra quelle stanziali, emergono l’upupa, il corvo imperiale, la cinciarella, la cinciallegra, lo storno nero, lo scricciolo, il cardellino e il rampichino. Vi svernano soltanto la beccaccia, il beccaccino e il gruccione.I rapaci sono rappresentati soprattutto dall’aquila del Bonelli, dal nibbio bruno e quello reale, dal piccolo avvoltoio capovaccaio, anch’esso presente nella sola stagione della riproduzione.
I corsi d’acqua, relativamente ricchi riguardo al paesaggio siciliano, consentono la presenza di popolazioni altrove eccezionali quali l’usignolo di fiume, il martin pescatore ed il merlo acquaiolo.
Sulle pendici più aperte è insediata la coturnice siciliana, rifugiata principalmente nelle aree protette a causa della intensa caccia cui fu sottoposta in passato.
Tra i mammiferi, consistente la presenza di specie tipiche del bosco siciliano come conigli, lepri, volpi e martore, ricci, istrici, ghiri, topi quercini e gatti selvatici.
Entro la riserva si mantengono tutte le specie d’anfibi e rettili siciliani, ma di particolare interesse scientifico sono gli insetti, oggetto di studio dagli entomologi provenienti dall’intera Europa.
 
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