Monte San Calogero

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Più che al monte sarebbe corretto riferire il nome della riserva al sistema montuoso del San Calogero, poiché si tratta di un poderoso massiccio dalla morfologia varia e complessa, a tratti molto accidentata, con valloni profondi in cui si insedia la vegetazione naturale.
Il contrasto paesaggistico fra le parti sommitali, aspre e selvagge, e quelle a valle, che hanno una dolce morfologia collinare, è molto forte. L’erosione fluviale delle rocce calcaree ha comportato la formazione di imponenti gole, canaloni e forre, come per esempio i valloni Pernice e Tre Pietre, dagli alvei profondamente incassati. Ai fenomeni di carsismo sotterraneo sulle pendici del monte si deve un profondo ipogeo, non ancora del tutto esplorato a causa della sua inaccessibilità.
Una nota molto particolare è quella dell’emergenza di Poggio Balate: qui, dalle fenditure delle rocce, risalgono fluidi idrotermali che cristallizzano formando concrezioni minerali visibili e di grande interesse.
Ad un paesaggio così vario ed accidentato dal punto di vista geomorfologico corrispondono diversi ambienti naturali: quello rupestre, la boscaglia, la gariga e la prateria. Al disopra degli oliveti, zone vallive accolgono sugherete discontinue, con una vegetazione arbustiva non originaria di questo tipo di boschi e copiosa presenza di ampelodesma, chiaro indice della pressione subita in passato dall’ecosistema.
Fino alle pareti calcaree e quasi ai piani di vetta si trova una fitta boscaglia costituita dal leccio con arbusti quali l’orniello, il carrubbazzo, la ginestra spinosa, il pungitopo e diverse specie lianose. Nei pendii più dolci, dove il suolo è più profondo, s’insediano formazioni di roverella.
Le difficili condizioni di vita dell’ambiente rupestre consentono l’insediamento a specie erbacee o cespugliose spesso endemiche: qui vivono il cavolo rupestre, l’euforbia di Bivona-Bernardi, la stellina di Sicilia, il litospermo a foglie di rosmarino, il garofano rupestre, la camomilla di Cupane, la bocca di leone siciliana, l’iberide rifiorente ed altre piante.
Una buona fioritura primaverile di orchidee di varie specie punteggia i prati assolati: l’ofride gialla e la fior di vespa, l’orchidea aguzza, a farfalla e la screziata. Si trovano anche orchidi come la tridentata e quella di Branciforti.

In questa riserva si è insediata soprattutto un’avifauna molto interessante, nidificante sulle pareti più ripide del monte, dove è possibile osservare l’aquila reale, la poiana ed il falco pellegrino. In primavera e in autunno, nelle zone più pianeggianti, accorrono numerosi uccelli di varie specie, alcuni dalle livree particolari come il rigogolo o le upupe. Nella vegetazione arbustiva è stanziale lo zigolo nero.
Dei mammiferi si incontrano tracce dell’istrice e della volpe, mentre molto ricca è la presenza di insetti, coleotteri ed emitteri e variopinte farfalle, e di rettili, fra i quali si trovano quasi tutte le specie presenti in Sicilia.
 
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