Monte Pellegrino

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La Riserva di Monte Pellegrino comprende l’intero massiccio del monte (zona A di Riserva), che domina la città di Palermo  e la Real Tenuta della Favorita (zona B o di pre-Riserva), ai cui margini si trovano i più importanti impianti sportivi cittadini .
Per la natura calcarea delle sue rocce, il monte è sede di processi carsici di notevole intensità che hanno dato origine, fra l’altro, a ben centatrentaquattro grotte di rilevante interesse speleologico, paleontologico e paleoetnologico.
Sebbene oggi presenti ampie zone brulle, si tramanda che esso fosse ammantato di foreste quando, durante le guerre puniche, le truppe di Amilcare Barca si accamparono a lungo all’ombra di giganteschi alberi. Tra le testimonianze del passato classico ed i paesaggi bucolici ricercati dai viaggiatori del Grand Tour, nel XVII e XIX secolo, il promontorio di Monte Pellegrino è più volte notato per la sua particolare bellezza. Gli ambienti naturali devono la loro conservazione alla tutela borbonica della Real Tenuta della Favorita ed alla relativa inaccessibilità alla espansione a dismisura dell’edilizia urbana.
Tra l’ex tenuta di caccia ed il Gorgo di Santa Rosalia, si sviluppa l’habitat rupestre della Valle del Porco, ammirevole per la sua completezza e la straordinaria copertura vegetale caratterizzata dal garofano e dal cavolo rupestre, dalla centaurea, l’euforbia del Bivona e da monumentali esemplari di palma nana.
Così come è avvenuto per buona parte dell’altopiano sommitale, il Gorgo di Santa Rosalia è circondato da una pineta di rimboschimento a pino di Aleppo. Esso rappresenta una delle ultime testimonianze umide del territorio palermitano, che pur caratterizzate da condizioni di estrema variabilità delle acque periodiche, consentono tuttavia la sopravvivenza di talune specie, anche rare.
La macchia e la boscaglia, relitti della copertura vegetale dei monti di Palermo si trovano sulle falde di detrito del monte e presentano le maggiori formazioni nel Bosco di S. Pantaleo, dove si ritrovano il leccio, l’orniello, il lentisco, il terebinto, l’alloro, il corbezzolo e l’alaterno.
L’eterogeneità degli ambienti vegetali ha determinato lo sviluppo ed il mantenimento di comunità animali molto ricche.
Tra la macchia, caratterizzata dall’euforbia arborea, e le aree aperte a gariga sono insediati il raro aassero solitario, il saltimpalo, il beccamoschino. Nel folto dei cespugli di nidificano specie come l’occhiocotto, dall’anello rosso intenso che circonda l’occhio degli esemplari maschi, la sterpazzolina e la passera lagia.
Nel bosco più folto si osservano il rampichino, la cinciallegra, la cinciarella, la capinera ed il minuscolo scricciolo; solo nel territorio di questa riserva, in tutta la Sicilia occidentale, vive una popolazione del crociere.
Al vertice della fauna, troviamo predatori quali la volpe, la donnola e, soprattutto, i rapaci: la poiana, il falco pellegrino, il gheppio. All’inizio della primavera è possibile osservare anche specie migratorie e svernanti quali il falco pecchiaiolo ed il nibbio.
Sono presenti, anche se non facili da avvistare, rapaci notturni come la civetta, il barbagianni, l’allocco ed il piccolo assiolo.
 
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