La Passeggiata alla marina, 1778

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 “Le donne sono belle, ma forse ancor più piacevoli, sembrano non aver altra pretesa che quella di voler apparire attraenti: hanno sufficiente spirito per non dover essere pedanti e dimostrano maggiore curiosità che timidezza; sono accoglienti con gli stranieri, sanno parlare loro e cogliere il loro interesse. Gli uomini, arguti, nobili, festosi, hanno nei modi la disinvoltura propria al mondo cavalleresco. Ci si sposa molto giovani, tanto che, per la maggior parte, i mariti sono ancora dei ragazzi; mi sembrava di vedere i nostri rumorosi “petits maitres” francesi tutti occupati dalle livree, dai cani e dai cavalli, ancora meravigliati dal lusso e dal chiasso loro concessi. Le conversazioni che iniziano all’una di notte, il che corrisponde alle ore nove nel mese di luglio, terminano verso le quattro o le cinque, cioè un’ora dopo la mezzanotte. Si scende poi alla Marina, passeggiata ideale in riva al mare, dove si dà appuntamento tutta Palermo e dove ci si muove all’ombra ed al fresco, dopo le sei pomeridiane. A Palermo non si va mai a letto prima di aver fatto un giro giù alla marina. Sembra si tratti di un posto del tutto privilegiato, di indulgenza plenaria, e che i siciliani abbiano in suo favore perfino dimenticato il loro stesso carattere, fino a proibirvi l’arrivo delle torce e tutto quello che potrebbe turbare le loro piccole libertà clandestine”.