La luce di Palermo

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Goethe, trova la città “in una relazione singolare con le grandi luci celesti, il cui riflesso mai si vede sulle onde”; nei giardini “aiuole verdi inquadrano piante esotiche, alberi di limoni in spalliera si curvano in graziosi pergolati, alte pareti di oleandro ornati da migliaia di fiori rossi come garofani, seducono lo sguardo (…). Ma ciò  che conferiva all’insieme una grazia singolare era un vapore che si spandeva  su tutto uniformemente con un effetto così pronunziato che gli oggetti, alla distanza di qualche passo solamente, l’uno dall’altro, si distinguevano per un tono chiaro più deciso, in modo che il loro vero colore finiva per perdersi, o per lo meno, appariva velato d’azzurro”.