Il teatro dei pupi

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“Nella difesa della fede cattolica c’è l’anelito del sofferente e dell’umile che grida vendetta ed è assetato di giustizia , una giustizia che può prendersi immediatamente con le sue stesse mani. L’eco di letture romantiche di seconda mano (l’utile, il vero, la finalità religiosa e morale) ha una intensità di tono ben diversa da quella accademica e puramente letteraria: è più appesantita e involgarita. (…) Il pubblico della Storia dei Paladini di Francia e dell’opra è quello stesso pubblico che scenderà in piazza contro i Borboni con Garibaldi, e sei anni dopo sosterrà una settimana di intenso assedio e cannoneggiamento, a Palermo, da parte degli stessi piemontesi liberatori”.
(…)”Malinconia dei pupi! Oggi non sono più personaggi viventi; la loro storia  è divenuta fuori moda sopraffatta dalle avventure di Tom Mix, di Pecos Bill e di Sitting Bull, dagli eroi dei racconti illustrati e dai romanzi a fumetti e sono divenuti oggetti di museo. Le rappresentazioni dell’opra sono ricercate per lo più dai forestieri desiderosi di respirare un pò di colore locale. Anche i carretti sopraffatti ormai dagli autocarri e dalle automobili di vario genere, tendono a scomparire e a diventare sempre meno adorni, e sempre meno con storie paladinesche; e i dischetti degli acquaioli sono scomparsi così come tendono a scomparire le stesse ‘tavole di acqua’ “.