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Foto di Mario Spina
Costruita su commissione dei Gesuiti nel 1684 e su disegno del gesuita fra’ Angelo Italia, venne ultimata nel 1711 quando fu consacrata al culto.
Il monumento si ispira all’architettura romana del Borromini tanto nella concezione generale della pianta e dell’alzato, quanto per le bizzarrie dei particolari architettonici.
L’esterno ha una cupola centrale che sovrasta quattro cupole minori e un campanile; la facciata si sviluppa longitudinalmente, in modo uniforme nel primo ordine. Nel secondo ordine i due campanili ( di cui uno non terminato)e il corpo centrale di moderata altezza rendono molto armoniosa la facciata. Si accede all’interno tramite 7 gradini come 7 furono i giorni che Dio impiegò per creare il mondo e l’uomo.
La pianta è a croce “greca”; le quattro cappelle angolari di forma esagonale sono circondate da colonne; tutto ciò da luogo ad uno spazio centrale ottagonale sovrastato da una cupola sorretta dalle colonne e dagli archi che delimitano le cappelle.
Si crea, così, uno spazio interno riccamente articolato a cui si unisce una leggiadra decorazione in marmi mischi realizzata tra il XVII e XVIII sec., tra gli altri dal marmoraro T. M. Sciacca.
Tutta la chiesa è ricoperta in ogni parte da affreschi, molto vividi, che raccontano gli infiniti aneddoti della vita del missionario San Francesco Saverio.
Nella chiesa è conservata un’immagine di “San Calcedonio”, opera di G. Serenario proveniente dalla diruta chiesa del SS. Crocefisso all’Albergheria, che qui ha trovato una nuova vita liturgico-devozionale; una meravigliosa “Santa Rosalia” del XVII secolo opera di anonimo.
Una statua meravigliosa, opera del trapanese Antonio Rallo, raffigurante San Michele arcangelo è conservata in una delle cappelle angolari ed è molto venerata dai fedeli.
Sempre all’esterno, la torre campanaria, della stessa architettura della chiesa ha un orologio oggi non funzionante.
In un angolo, all’esterno della chiesa, è stata posta una lapide marmorea che ammonisce i cittadini che conferivano la spazzatura in orari non consoni, ai quali, come pena corporale, venivano inflitte delle scudisciate. Questa pietra, unica nel suo genere andrebbe con attenzione conservata nei secoli.
ph di mario spina
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