“Cappella Palatina”

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“La forma di Palermo è del tutto particolare. La città, distesa in mezzo ad un vasto cerchio di montagne brulle, di un grigio azzurro a volt sfumato di rosso, è divisa in quattro parti da due grandi strade diritte che si intersecano ad angolo retto a metà percorso. Da questo incrocio, si scorge, su tre lati, la montagna, laggiù, in fondo ad immensi corridoi di case,  e sul quarto si vede il mare, una macchia blù, di un blù intenso, che sembra vicinissimo, com se la città vi fosse caduta dentro!
Un desiderio ossessionava la mia mente il giorno del mio arrivo. Volevo vedere la Cappella Palatina di cui avevo sentito parlare come della meraviglia delle meraviglie.
La Cappella Palatina, la più bella che esista al mondo, il più sorprendente gioiello religioso sognato dal pensiero umano ed eseguito da mani di artista, è racchiusa nella pesante costruzione del Palazzo Reale, antica fortezza costruita dai Normanni.
La cappella non ha esterni. Si entra nel palazzo, dove si é colpiti dapprima dall’eleganza del cortile interno circondato da colonne. Una blla scalinata con pianerottoli ad angolo retto forma una prospettiva inattesa e di grande effetto. Di fronte al portone d’ingresso, un’altra porta che sfonda il muro del Palazzo e dà sulla campagna lontana, apre, all’improvviso, un orizzonte stretto e profondo; sembra proiettare la mente in paesi illimitati, da quell’apertura centinata che colpisce l’occhio e lo trasporta irresistibilmente verso la cima azzurra della montagna intravista laggiù, lontana, lontanissima, al di sopra di un’immensa pianura di aranci.
Quando si penetra nella cappella, si rimane inizialmente stupefatti come di fronte ad una cosa sorprendente di cui si subisce l’intensità prima di averla compresa. La bellezza colorata e calma, penetrante ed irresistibile della chiesetta che è il cpolavoro più assoluto che mai si possa immaginare, lascia senza fiato dinanzi a quei muri coperti di immenzi mosaici a sfondo d’oro, soffusi di un chiarore dolce che illumina l’intero monumento di una luce tenue, la quale proietta subito la mente in paesaggi biblici  divini in cui si vedono, eretti in un cielo infuocato, tutti coloro che furono coinvolti nella vita dell’Uomo-Dio”.