Stazzunari

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Gli stazzunari erano una maestranza, che lavorava l’argilla, molto attiva a Palermo. Essi  davano il nome a diverse strade e vicoli della città antica.  
A ricordare gli “stazzuni“, le antiche fabbriche di vasellame, manufatti e recipienti di varie forme ma anche stoviglie da cucina in terracotta non resta oggi che solo una strada, la via Stazzone (quartiere Oreto-Stazione. Una strada che corre tra via Guadagna e via Oreto, un tempo lambita dalle acque del fiume. Con il termine stazzone ricorda Mario Di Liberto nel suo stradario storico toponomastico Le vie di Palermo, si intendevano anche le acque che stagnavano in un luogo con scarsa pendenza verso il mare.  Un mestiere artigianale, quello degli stazzunari, che a Palermo ha origine molto antiche. Pippo Lo Cascio nel suo libro Piano di Sant’Erasmo ricorda che la più antica testimonianza di questa attività artigianale risale al 20 febbraio 1374 quando il notaio palermitano Antonio Cappa aquistò dal magister Manfredi una quantità di tegole in stazone flumen Admirato (Oreto). Ad una di queste storiche aziende artigianali, il 27 marzo 1789, si rivolse anche il noto architetto Dufourny, impegnato nella costruzione dell’Orto Botanico. Vi commissionò mattoni e successivamente, soddisfatto della produzione, anche vasi in stile etrusco. Fu proprio per la presenza di queste aziende artigianali lungo il fiume Oreto che i palermitani chiamarono quest’area a partire dalla seconda metà del Quattrocento la contrada di li crijtari. Le fabbriche rimasero operative fino alla fine del 1700, sicuramente fino al 1777, anno in cui iniziarono i lavori per la costruzione del nuovo ponte sul fiume Oreto. 
Oreto, un tempo, dalle acque perfino medicamentose. Ecco come lo descriveva – ricorda ancora Lo Cascio – sul finire del XVIII secolo l’abate Francesco Ambrogio Maja ne L’Isola di Sicilia passeggiata: <<l’Oreto vicino alla foce, dietro lo stazzone, forma un piccolo pantano delizioso, per la caccia e pesca; e passato il suo gran ponte si prendono gli bagni freschi contra l’infermità che procedono da saldezza; e ci si bagna per delitia…>>
 
Nel quartiere dell’Albergheria tanti artigiani erano dediti a questo lavoro, umile, ma che poteva diventare, anche, artistico. Qualche artista, ancora oggi lavora nel quartiere dell’Albergheria realizzando opere  con l’argilla, con la pietra e con la cartapesta. Essi hanno, pure, cercato di rendere testimonianza all’antica ed estinta Maestranza degli Stazzunari riproducendo manufatti in terra cotta, quali lucerne ad olio, tegole, statue votive, acquasantiere, presepi, bambinelli, placche processionali, etc..
Poco distante dal centro della città, presso la borgata di Acqua dei Corsari si continuano a produrre, come un tempo, tegole e manufatti per l’edilizia. 
 
Laboratorio “La città ritrovata”
del Prof. Filippo Leto
Via delle Pergole n.15/a
Palermo
 
Laboratorio “Cittacotte”
Architetture in miniatura di terracotte
Via Vittorio Emanuele, 120
90133 Palermo
Tel. + 39 091 322066