Sicilia Gaginiana

Read English version

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Prima tappa dell’itinerario dei Gagini è Polizzi Generosa e la sua Chiesa Madre, dove al suo interno si possono ammirare i resti della splendida Arca Marmorea di San Gandolfo, patrono della città, commissionata a Domenico Gagini nel 1482, per custodirvi i resti mortali del santo.

Nel suddetto luogo sacro vengono conservati:

  • il grande ostensorio stazionale in argento del 1586 di cm 160 in altezza, di fattura artistica per mani di Nibilio Gagini,
  • l’Urna reliquia in argento di San Gandolfo, raffigurante il beato San Gandolfo da Binasco realizzata tra il 1549 ed il 1632 ( sempre ad opera di Nibilio Gagini e di altri artisti operanti nella bottega),
  • la Cona marmorea che ha visto l’intervento di Antonello Gagini e la Vergine con il bambino, datata 1473 
  • la statua marmorea di Santa Margherita.
Quest’ultime due del grande maestro capostipite Domenico Gagini.

La seconda tappa è la visita al Santuario di Madonna dell’Alto sul monte San Salvatore, a circa 1827 metri di altitudine, dove secondo leggenda, la Madonna (dell’Alto), statua marmorea di Domenico Gagini e della sua bottega, datata 1471, ha condotto i suoi portatori e della quale non riuscivano a distaccarsi per il bisogno di erigervi la chiesa.

La terza tappa dell’itinerario è Petralia Sottana, nella quale si trova la Chiesa della SS. Trinità alla Badia, all’interno della quale è possibile ammirare la maestosa Ancona d’altare dalle dimensioni di cm. 1100 x 600 che raffigura la vita di Gesù Cristo ad opera di Giandomenico Gagini ed altre opere dei Gagini ed autori vari.

Attraversando la cittadella e salendo lungo la pineta, il pellegrino si trova nella quarta tappa ossia nella vicina Petralia Soprana dove nella Chiesa di Santa Maria di Loreto, troverà l’Ancona marmorea con scene della vita di Gesù, dalle dimensioni di cm 320×230, attribuita a Giandomenico Gagini, il Ciborio degli inizi del XVI secolo, raffigurante Cristo risorto, i dodici apostoli, la Madonna in trono e gli angeli adoranti, opera attribuita alla bottega dei Gagini ed ubicata nella Chiesa del SS. Salvatore.

Infine si possono visitare opere di ignoti scultori gaginiani come la Madonna dell’Udienza del 1520, statua in pietra di cm.115 e la Madonna del Loreto della fine del XV sec., nella Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo.

Il percorso prosegue verso la quinta tappa che è Geraci Siculo, dove visitiamo la Madonna con il bambino, statua marmorea di cm. 200 datata 1475, ubicata nella chiesa Santa Maria La Porta ed attribuita a Domenco Gagini e sua bottega,nella quale si evidenziano: la sensibile modellazione della superficie plastica, tipica dell’artista, la mite dolcezza e stesura pittorica, accentuata dalle dorature stilisticamente tipiche della bottega.

Altra statua marmora della madonna con il bambino, dei primi decenni del XVI secolo della bottega di Domenico Gagini, si trova nella Chiesa Madre di Santa Maria Maggiore, nella quale sono marcati i caratteri dell’ovale del suo viso, nel fluttuante panneggio della veste ed il bambino, mentre la statua della Madonna del Pettirosso, datata post 1561,( attribuita da alcuni a Domenico Gagini, da altri alla sua bottega e da altri ancora ad Antonello Gagini), è stata ordinata da Giovanni Ventimiglia e dai giurati dell’Universitas, che conserva le tracce di colore blu originario nei risvolti delle maniche della veste e del manto e decorazioni auree e floreali, tipiche della bottega.

Infine si segnalano due Ancone d’altare, la prima, datata secondo quarto del XVI secolo, è ubicata nella Chiesa di Santa Maria La Porta ed è attribuita alla bottega del Gagini ed a Giandomenico Gagini.  Raffigura l’Adorazione dei Magi, la Presentazione di Gesù al Tempio e la fuga in Egitto, la Natività e l’Annunciazione; l’altra, della metà del XVI secolo, è attribuita alla bottega di Antonello Gagini e si trova nella Chiesa di San Bartolomeo: un polittico dalle dimensioni di cm.800 x cm. 360, costituito da tre nicche impreziosite con motivi a candelabra e angeli regicolonna nelle quali sono contenute le statue della Vergine con il bambino e dei Santi Bartolomeo e Giacomo, rispettivamente patrono e protettore di Geraci Siculo.

Sesta ed ultima tappa è Gangi, nella quale si consiglia di visitare la Chiesa Madre di San Nicolò, per ammirare la Madonna con il Bambino, statua in marmo di cm. 130 datata 1540 e commissionata a Giacomo Gagini, terzogenito di Antonello denominata Madonna della Vittoria, per la vittoria della flotta cristiana contro gli ottomani, ottenuta per intercessione della Vergine nella battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571.  Successivamente venne ribattezzata Madonna del Rosario.

Il percorso cittadino porta alla Chiesa di San Cataldo, dove si trova ubicata la statua di San Cataldo vescovo, datata terzo quarto del XVI sec. attribuita Giandomenico Gagini, per analogia con l’immagine scolpita a rilievo sulla cona marmorea della Chiesa di San Cataldo di Enna datata 1562. Per concludere tra le opere minori ma non di minore pregio, si può apprezzare l’Acquasantiera in marmo bianco, ubicata all’ingresso laterale della Chiesa Madre di San Nicolò, una fonte circolare caratterizzata sul margine esterno ed in corrispondenza degli assi, da quattro testine di putti dai lunghi capelli e nella parte convessa decorata con scanalature ad unghia confluenti verso la colonna, che ha andamento a candelabra su base quadrangolare e decorata con foglie d’acanto e motivi vegetali. Altra opera minore è il rilievo murario della Madonna con il Bambino del XVI sec. ed attribuito ad ignoto scultore gaginiano, ubicato nella Chiesa Madre di San Nicolò ed il rilievo di San Sebastiano della prima metà del XVI sec. anch’esso attribuito ad ignoto scultore gaginiano, ubicato nella Chiesa Madre di San Nicolò. Infine l’Acqusantiera della meta del XVI sec., nella Chiesa di Santa Naria della Catena, attribuita alla bottega gaginiana composta da due parti non omogenee tra loro, il fonte in marmo bianco e la colonna in pietra, con la presenza in corrispondenza degli assi, di quattro testine di putti intervallate da scanalature che si estendono a tutta la parte inferiore oltre ad uno scudo ovale quasi abraso.