Read English version
Eccoci quindi al secondo anno: Borghi dei Tesori Fest ritorna in una quarantina di piccoli comuni spalmati in otto province siciliane e riuniti nellassociazione Borghi dei Tesori, pronti a credere nella rete che in questi mesi si è fatta sempre più forte e di comune sostegno. Con una coda: infatti dal 7 settembre il festival accoglie in cinque borghi, uno spettacolo prodotto dal Teatro Biondo In nome della madre con Galatea Ranzi: la storia narrata in prima persona di Miriam, ragazza della Galilea a cui un angelo annuncia che diventerà madre del Messia.
Le Vie dei Tesori ha messo a disposizione dei festival dei Borghi il proprio background, la voglia di costruire, lefficienza di una rete già consolidata e lesperienza organizzativa: anche Borghi dei Tesori Fest sarà una rassegna smart e digitale, con un unico coupon valido per le visite in tutti i luoghi una media di cinque siti per ciascun borgo – che apriranno le porte. E visto che il mantra delle Vie dei Tesori è noto un luogo non raccontato è un luogo muto ecco che sul sito www.leviedeitesori.com, sui social e sul magazine del festival, saranno disponibili schede dei siti, approfondimenti, curiosità, preparati da una squadra di giornalisti professionisti, divulgatori, appassionati, esperti di turismo esperienziale. Saranno anche disponibili audioguide originali realizzate per ogni luogo, sebbene questanno la situazione sanitaria consentirà dappertutto visite condotte in presenza.
Come nel Festival delle città, un coupon da 18 euro varrà per 10 visite, un coupon da 10 euro per 4 visite: saranno donazioni che i visitatori faranno per sostenere il progetto. La metà delle donazioni, come lanno scorso, sarà devoluta dalla Fondazione allassociazione Borghi dei Tesori.
I coupon saranno disponibili sul sito www.leviedeitesori.com/borghideitesori e in un infopoint in ciascun borgo.
I BORGHI DEL FESTIVAL
Eccoli quindi i borghi, e ognuno sarà unesperienza: ci sono anche cinque new entry: Montevago (AG), Alcara Li Fusi (ME), Chiusa Sclafani e Piana degli Albanesi (PA) e Calatafimi Segesta (TP). Lelenco è folto e inizia dallAgrigentino con Bivona, Burgio, Caltabellotta, appunto lesordiente Montevago, Naro, Sambuca, SantAngelo Muxaro e Santo Stefano Quisquina; nel Nisseno, Sutera e Vallelunga Pratameno; nel Catanese, Licodia Eubea e Piedimonte Etneo; nellEnnese, si salirà a Centuripe. Sui Nebrodi, o comunque nel Messinese, i più piccini, altra new entry Alcara Li Fusi, poi Frazzanò, Graniti, Mirto, San Piero Patti e Savoca. Folto il drappello del Palermitano, con Baucina, Blufi (che partecipa dopo i devastanti incendi dello scorso anno), Caccamo, Castronovo, la novità Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Gangi, Geraci Siculo, Giuliana, Isnello, Petralia Soprana, altra novità, Piana degli Albanesi, poi Pollina, Prizzi, San Mauro Castelverde, Vicari. Chiudono Siracusa, con Portopalo di Capo Passero e Trapani dove debutta Calatafimi Segesta.
Visitare tutto sarà impossibile, ma è meglio che resti sempre qualcosa da vedere, per ritornare, approfondire, scoprire magari i borghi vicini, il bosco nascosto, la sorgente o lartigiano. Qualche esempio, a volo duccello, ma è impossibile citare tutto: a partire da Caltabellotta dove una studiosa è riuscita a ridisegnare lantico quartiere ebraico, e il festival mostra per la prima volta la casa rabbinica e i resti della sinagoga; a Montevago si avverte ancora il dolore del terremoto, inoltrandosi tra le macerie che sono state rese un museo en plein air; Naro mostra la sua bellissima Bibbia poliglotta, a SantAngelo Muxaro si visita il regno antico di Kokalos e a Santo Stefano di Quisquina si va in pellegrinaggio dalla Santuzza; a Sambuca si tornerà sulle sponde del Lago Arancio per visitare il fortino di Mazzallakkar, ma stavolta cè anche un palmento preistorico; a Bivona, patria delle pesche, scoprirete un parco artistico naturale dove si respira arte e bellezza e a Burgio, dal cuore antico, si attivano percorsi visitabili per la prima volta.
Risalendo verso Palermo ma restando sempre in terre sicane, ecco Contessa Entellina
dove tra i tanti tesori, ci sarà anche una masseria fortificata, ma non dimenticate labbazia, di una bellezza quasi irreale. Poi cè Giuliana che vive allombra del suo castello federiciano, che ospiterà concerti e degustazioni.
La new entry
Chiusa Sclafani, che conserva ancora intatto il suo cuore medievale, si perde tra monasteri, abbazie e palazzi nobiliari. Poi cè Prizzi, il più alto borgo dei Sicani, con le sue tantissime chiese e i reperti archeologici dellantica Hyppana; a Castronovo, invece, abitata sin dai tempi preistorici come testimoniano arcosoli e tombe, ci si muove tra abbeveratoi, resti di mulini ad acqua, fontane, cannoli e lavatoi. Eccoci sulle Madonie: cè Blufi
piccina, che lanno scorso era nera nera di fiamme e oggi apre il suo santuario
nato lì dove sgorga un olio miracoloso. Ma la vera patria delle olive è San Mauro Castelverde dove si va per antichi frantoi a cavallo di due secoli e ci si potrà riposare sotto lulivo Matusalemme: 1800 anni portati con brio. A Petralia Soprana spunteranno gli stendardieri e vi faranno addirittura provare a far roteare una bandiera. Geraci Siculo è un gioiello e lo è anche di più perché sospesa sul vuoto. E Gangi, una montagna vestita di case, tra musei delle tradizioni contadine, palazzi baronali con misteriosi simboli alchemici e i capolavori di Gianbecchina. Scendendo un po, da Isnello partirà una passeggiata che, attraverso una stretta fenditura di roccia, arriverà ai ruderi del castello. A Baucina vi spiegheranno cosa è una comunità: che prepara insieme il cuddiruni, o sfila dietro la vara di Santa Fortunata finanziata dagli emigrati; nella chiesa-salotto di San Benedetto alla Badia, a Caccamo, cè un pavimento di oltre 5000 mattonelle dai colori vivaci che rappresentano paesaggi, animali, angeli; a Piana degli Albanesi
parleranno la bellissima lingua arbëreshë, tra visite guidate, esperienze e passeggiate; a palazzo Pecoraro Maggi a Vicari vi mostreranno nove dipinti ritrovati e restaurati con fondi per lagricoltura. Chiude Pollina, dove incontrerete chi raccoglie la manna, le lacrime bianche dei frassini. Nel Nisseno, a Sutera ci si potrà affacciare dal balcone della Sicilia e a Vallelunga Pratameno, ci si siede tra banchi da libro Cuore ricevendo anche una pagella monarchica. Si sale ancora, eccoci nel Messinese: a Mirto ci si perde tra pizzi e merletti, sparati e damaschi, poi si arriva sui Nebrodi ed ecco i borghi più piccini, stretti stretti come fratelli, con conventi che affiorano dai boschi: Frazzanò è una manciata di case adagiate con grazia lungo la vallata del fiume Fitalia, ma San Filippo di Fragalà è tra i più antichi monasteri basiliani del Sud; San Piero Patti vi perderete tra i vicoletti di Arabite che era una vera e propria casbah araba. La new entry del festival, Alcara Li Fusi si è messa dimpegno, il programma è bellissimo e vi porterà là dove nidificano i grifoni. Dai Nebrodi ai Peloritani è un attimo: di Graniti sinnamorò perdutamente Francis Ford Coppola che qui girò alcune scene del Padrino, come anche nella vicina Savoca, dove tra laltro, si potrà assistere a una serata-tributo al film che celebra i suoi primi 50 anni. Uno si distende alle pendici dellEtna, laltro è adagiato sulle colline a nord dei monti Iblei, da un capo allaltro della provincia di Catania: Piedimonte Etneo è un borgo giovane, nato a metà 600, ma dopo esser scesi dal campanile, dirigetevi verso Borgo Vena per ascoltare la storia della Madonna che fermò la lava; Licodia Eubea ricama invece origini paleolitiche e il suo splendido affresco della Grotta dei Santi, commuove. Una provincia, un borgo: a Centuripe (EN) aprono due chiese che sono merletti barocchi; a Portopalo di Capo Passero (SR) si capirà cosa era il garum romano e dallaltro capo esatto, a Calatafimi Segesta (TP) vi spiegheranno perché restituire un orologio ad un paese vuol dire ridare il tempo alla comunità.