Piazza Vigliena

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E’ il punto centrale della città antica, formato dall’incrocio delle due vie principali, la via Toledo (oggi Via Vittorio Emanuele) e la via Maqueda.
I palermitani chiamano questa piazza Quattro Canti e poichè è sempre illuminata dal sole è detta pure Teatro del Sole.
Ma il suo vero nome è Piazza Vigliena dal nome del Vicerè Giovanni Fernandez Paceco, marchese di Vigliena, che è stato il promotore principale per la sua realizzazione.
Un insieme monumentale molto scenografico in stile tardo-manieristico che risente dei primi influssi del barocco.
I “quattro canti”, così come li chiamiamo,  vengono determinati dallo smussamento degli angoli dei quattro grandi edfici che si incontrano in quel luogo della città e sono stati arricchiti con quattro meravigliose facciate, molto armoniche e festose, dall’arch. regio Giulio Lasso nel 1608. La parte decorativa si deve invece ad un altro architetto regio Mariano Smiriglio che la completò negli anni successivi.
Ciascuna facciata è formata da una  sovrapposizione di tre ordini: dorico, ionico e composito. Nel centro del primo ordine di ogni cantone è una fontana sovrastata da una figura femminile che rappresenta una stagione: La Primavera è rappresentata da una giovane adorna di fiori; l’ Estate e l’Autunno sono rappresentate da due giovani con frutti e messi, mentre una anziana donna con un fuoco in mano rappresenta l’Inverno.
Nel secondo ordine, in corrispondenza delle statue suddette, sono rispettivamente rappresentati quattro Re spagnoli: Carlo V, Filippo II, Filippo IV e Filippo III.
Nell’ultimo ordine sono, invece, le quattro Sante protettrici dei mandamenti che si ritrovano alle spalle: Santa Cristina protettrice del Palazzo Reale, Santa Ninfa del Monte di Pietà, Santa Oliva del mandamento Castellammare e Sant’Agata dei Tribunali (Kalsa).
Quest’ultimo ordine composito è coronato da tre stemmi: quello Reale al centro e lo stemma  viceregio e e lo stemma del Senato Palermitano ai lati.
Le statue e la decorazione marmorea sono opera di nostri grandi scultori del tempo: Gregorio Tedeschi, Carlo D’Aprile e Nunzio La Mattina. Le statue dei sovrani prima in bronzo sono state sostituite nel 1661 con queste in marmo e pure le vasche marmoree sono state cambiate dopo il 1860.