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Il Palazzo (XI-XII sec.) si erge regale e austero verso l’azzurro cielo siciliano su un antico sito che fu punico, romano, bizantino e infine islamico. Una combinazione unica di architettura islamica e romanica dovuta all’interazione e coesistenza delle sue varie componenti culturali. Re Ruggero II commissionò la costruzione di quattro torri attorno alle quali il castello fu poi realizzato. Due di queste sono ancora esistenti: la Torre Pisana, collegata alla Stanza di Re Ruggero, e la Torre Joharia (dall’arabo aljawhariyya, ingioiellata) dove si trova la Stanza dei Venti.
La Sala di Re Ruggero deve il suo nome a Ruggero II d’Altavilla, primo re di Sicilia, invece i suoi fini decori si devono a suo figlio Guglielmo I, conosciuto come il “Malo”, il cattivo. Questi splendidi e prestigiosi mosaici ritraggono flora, fauna, scene di caccia che rappresentano il Parco del Genoardo, e creature mitologiche, vegetazione lussureggiante, pavoni e leopardi, arcieri centauri e cervi, simboli del potere normanno. La raffigurazione simbolica degli animali richiama l’iconografia bizantina. Il tavolo di gusto neoclassico posizionato nella Sala è ricavato da una porzione di sequoia fossile marmorizzata ed è orlato con pasta d’ametista del Brasile.
Federico II di Svevia erede di Enrico VI Hohenstaufen e di Costanza d’Altavilla, vi organizzò l’attività amministrativa e quella culturale con le riunioni della “Scuola Poetica Siciliana”. Dopo una fase di oblio, caratterizzatasi durante la dominazione angioina e aragonese, il Palazzo nella seconda parte del XVI secolo Reale fu rilanciato dalla politica dei vicerè spagnoli. Vennero, pertanto, realizzati nuovi elementi architettonici di stampo militare e di rappresentanza consoni alle nuove necessità organizzative, tra cui i due cortili principali: quello della Fontana del 1584 ed il cortile Maqueda del 1600.
Il periodo borbonico diede spunto al completamento del “Palazzo” ed in particolare alle nuove decorazioni della Sala d’Ercole, oggi sede dell’Assemblea Regionale Siciliana
All’interno del Palazzo Reale si nasconde un gioiello sorprendente: la Cappella Palatina