Palermo – Apre per la prima volta al pubblico Palazzo Castelnuovo

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Riceviamo e pubblichiamo

Sabato 12 ottobre: giornata di visite inaugurale a Palazzo Castelnuovo e il Rifugio antiaereo di Ballarò

Sabato 12 ottobre dalle 10 alle 19: giornata di visite inaugurale al Palazzo appartenuto ai principi di Castelnuovo e al sotterraneo rifugio della Seconda Guerra Mondiale, nel cuore dell’Albergheria

Palazzo  Castelnuovo, Vicolo S. Giuseppe D’Arimatea 16, Palermo
Durata visite: 1 ora e mezza circa. Turni di visita: ore 10 – 11:30 – 13 – 16 – 17:30 19
Ticket: adulti €15,  ridotto 5/10 anni €8
.Per partecipare è necessario acquistare i ticket online
.Infoline:  terradamare.org/palazzo-castelnuovo-visite  320.7672134 – 392.8888953 eventi@terradamare.org

Con la cooperativa Terradamare apre per la prima volta al pubblico il cinquecentesco Palazzo Castelnuovo, dimora che conserva elementi storici diversificati, mostrando attraverso varie raffigurazioni alcuni tra i personaggi più importanti della storia siciliana, in particolare, la famiglia Beccadelli di Bologna, Marchesi di Marineo e Baroni di Capaci, e Carlo Cottone di Castelnuovo il principe con vocazioni filantropiche, noto per il lascito di Villa Castelnuovo, l’Istituto Agrario della zona dei Colli.

Le visite si svolgeranno in collaborazione con la famiglia Ridulfo-Corleone, attuali proprietari del piano nobile che nel corso degli anni si sono occupati del suo restauro.
Dai saloni con decori cinquecenteschi e simbologie massoniche, si arriva  inaspettatamente al rifugio antiaereo della Seconda Guerra Mondiale, sotto le sue fondamenta. Un rifugio antiaereo nel cuore di Ballarò, vicino ai più conosciuti di Palazzo delle Aquile e Biblioteca Regionale, ma identico nella storia e nell’architettura


Palazzo Castelnuovo
Varcando la soglia di Palazzo Castelnuovo, si viene catapultati in un viaggio nel tempo che dal ‘500 arriva ai nostri giorni, conservando ancora moltissimi elementi della sua mutevole storia.
Primo Levi affermava: “Se gli occhi guardano con amore, se amore guarda, essi vedono”, un invito che può essere connesso ad andare oltre la semplice osservazione e a intraprendere un percorso di scoperta attraverso il nostro patrimonio culturale.
E così, osservando  i numerosi saloni di cui è composto il piano nobile, si ha la profonda sensazione di  assistere alle tante vite che hanno abitato questo luogo.
Percorrendo i saloni del palazzo, si viene colpiti dai diversi dettagli e dalle folgoranti immagini che evocano tutta la sua lunga storia
Sicuramente di particolare rilevanza è il neoclassico Salotto d’Ercole, in cui viene ripresa la simbologia connessa all’eroe semidio, che caratterizza il cammino degli apprendisti verso la luce. Segue la Sala di Venere, una sala ovale semplice e schietta,  la cui peculiare forma simboleggia la bellezza e la perfezione che i fratelli massoni, che qui s’incontravano, erano chiamati a raggiungere.
Il percorso continua, tra imponenti angoliere lignee del XVIII secolo, fino alla biblioteca, in un percorso ideale per raggiungere la sapienza.
Risale alla seconda metà del diciannovesimo secolo invece, l’ultimo salone, dai colori moreschi, alle raffigurazioni delle piramidi, fino a raffinati fiori decorativi, che racconta una città eclettica e dinamica nei suoi tanti aspetti artistici
Ogni impronta che le epoche hanno lasciato in questo luogo contribuisce a creare un complesso architettonico unico e affascinante che, grazie all’amore degli attuali proprietari, possiamo raccontare


Costruito dal 1530 da Don Gilberto di Bologna, marchese di Marineo e barone di Capaci,  figura di spicco nel panorama politico siciliano dell’epoca, la sua ‘domus magna cum flora’ si inserisce su un tenimento di case medievali appartenenti alla sua famiglia e caratterizzato dalla presenza di un’antica torre di difesa, ancora, in parte, visibile.

Nel 1778, il palazzo passò nelle mani dei Principi di Castelnuovo.  Risale al loro tempo l’ampliamento e trasformazione dell’edificio, che arricchirono di decorazioni e sfarzosi arredi, e probabilmente in quel periodo gli originali soffitti a cassettoni furono ricoperti con volte affrescate, come le affascinanti raffigurazioni presenti in alcuni saloni
L’ultimo erede fu Carlo Cottone di Castelnuovo che scelse proprio il suo amato palazzo per i suoi ultimi giorni di vita, principe con vocazioni filantropiche, noto per le sue lotta liberali e il lascito di Villa Castelnuovo, l’Istituto agrario della zona piana dei colli

Dal 1999, la famiglia RIdulfo Corleone, avvia un lungo processo di restauro, che rivela preziosi brani di affreschi del periodo dei Beccadelli Bologna, uno di essi ci racconta proprio la storia di questa colossale famiglia, in cui ritroviamo elementi paesaggistici e antropologicamente rilevanti rispetto alla storia economica della Sicilia.


Il rifugio antiaereo della Seconda Guerra Mondiale

Sotto le fondamenta del Palazzo si cela un’altra realtà, meno nota, ma altrettanto significativa: il rifugio antiaereo, costruito durante la Seconda Guerra Mondiale
I rifugi antiaerei di Palermo sono più di un luogo culturale, essi sono un’importante testimonianza di quel tragico periodo. Visitare questi spazi, percorrerne i corridoi, significa rivivere, provare a immaginare la paura e la sofferenza della popolazione civile, ma anche il coraggio e la speranza che permisero di superare quei momenti bui.

Il rifugio di Palazzo Castelnuovo, tipico ricovero pubblico, si trova nel sottosuolo del giardino cinquecentesco piantumato dai Beccadelli di Bologna, su un’originaria piazza di origine araba, a sua volta stratificata su rovine punico-romane.
Nascosto per anni e ritrovato casualmente, nel 2003, durante i lavori di manutenzione del giardino e di sistemazione del seminterrato del Palazzo, da parte degli attuali proprietari.
Il rifugio custodisce al suo interno suggestive testimonianze dell’epoca, rimaste intatte, come bottiglie originali portate dalla gente che qui cercò la salvezza dalla pioggia infernale delle bombe, una tenda dell’esercito americano, una sirena con altoparlante, una maschera antigas e persino i lavandini dei due bagni.
I Ridulfo hanno mantenuto il ricovero esattamente per come è stato ritrovato, realizzando un importante ed evocativo spazio museale all’interno del quale il visitatore può rivivere, almeno in parte, le emozioni provate in quel tragico periodo storico visite al Palazzo appartenuto ai principi di Castelnuovo e al sotterraneo rifugio della Seconda Guerra Mondiale, nel cuore dell’Albergheria

Foto. V. Russo