Palazzo Sant’Elia – Aperto al pubblico

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Palazzo Sant’Elia, uno dei migliori esempi dello stile tardo barocco del Settecento a Palermo, fu costruito su iniziativa del marchese Giambattista Celestri di Santa Croce, utilizzando le strutture di Palazzo Imbarbara.
Il marchese e suo fratello Tommaso diedero il via a una serie di lavori di ampliamento dellle vecchie strutture integrandole, secondo una nuova concezione del palazzo nobile, con una serie di locali botteghe, appartamenti e alloggi per la servitù e i cadetti.
Nel 1866, l’ultima discendente dei Celestri di Santa Croce – Marianna – cedette la proprietà al cugino Romualdo Trigona, principe di Sant’Elia. Nel 1984 è stato acquistato dalla Provincia Regionale di Palermo.
In un secolo dove “l’apparire” era più importante “dell’essere” non poche famiglie nobili, innalzando magnifici palazzi, estenuarono il proprio patrimonio in una corsa tanto folle quanto sfrenata, che lasciò, però, ai posteri, un centro storico tra i più grandi e belli d’Italia.
Palazzo Celestri di S. Croce e Trigona di Sant’Elia con i suoi  75 metri di prospetto e i suoli 15 balconi arricchiti da ringhiere a petto d’oca, non è solamente uno degli edifici più grandi della città ma è il paradigma architettonico delle sue prestigiose dimore barocche.
 
 
 
La costruzione, su preesistenze cinque-seicentesche, risale al 1756, per volere di Giovanbattista Celestri, primo Marchese di Santa Croce che dette apposito incarico all’architetto Nicolò Anito,   Ingegnere Regio. L’Anito iniziò i lavori con la costruzione del portale principale e della facciata su Via Maqueda prendendo il posto di alcuni corpi bassi e del giardino. Egli disegnò la nuova distribuzione interna del palazzo, progettò l’infilata delle anticamere sulla Strada Nuova fino alla sontuosa Galleria,  le retrocamere sul Piano degli Scalzi e il  “quarto d’udienza” che fu posto tra i cortili. 
 
 
 
 
I lavori furono conclusi nel 1765 dall’architetto Giovanbattista Cascione Vaccarini che aveva affiancato l’Anito sin dal 1757 e che gli subentrò nel 1760. In questa data si iniziò la realizzazione del magnifico cortile d’onore e le opere di “abbellimento della facciata” con l’introduzione di un intonaco a finto marmo negli sfondati, e una finitura ad imitazione del mattone, nelle porzioni sovrastanti i timpani e nel cornicione tra le finestre d’attico.
 
 
Visite: vai al sito: www.fondazionesantelia.it/ Ingresso a pagamento solo in caso di mostre.
Tel 091 2712061
 
 

*ENGLISH 

Palazzo Sant’Elia is one of the best examples of the late Baroque style of the eighteenth century in Palermo. By using the structures of Palazzo Imbarbara, it was built on initiative of Giambattista Celestri , the Marquis of Santa Croce. The Marquis and his brother Tommaso started some expansion work of the old structures by combining them according to a new conception of ‘palazzo nobile’ a noble palace with some local shops, flats and accomodations for servants and cadets. In 1866, the last descendant of the Celestris di Santa Croce – Marianna – transferred the property to her cousin Romualdo Trigona, Prince of Sant’Elia. In 1984 it was purchased by the Province of Palermo. In a century when “appearance” was more important than “being” not a few noble families exhausted their heritage in raising magnificent palaces in such a crazy as well as wild race that left, though, one of the largest and most beautiful historical centre in Italy to posterity. Palazzo Celestri of Santa Croce, then Trigona di Sant’Elia, with its facade of 75 metres and its 15 balconies enriched with goose-breasted railings, is not only one of the largest buildings in the city but is the architectural paradigm of its baroque with its prestigious mansions.

 

The construction, on the 16th – 17th century pre-existing one, dates back to 1756, at the behest of Giovanbattista Celestri, first Marquis of Santa Croce who gave a special commission to the architect Nicolò Anito, “Regio” Engineer. Anito began work with the construction of the main portal and the façade on Via Maqueda taking the place of some low structures and the garden. He designed the new internal arrangement of the building, designed the enfilade (or row) of the antechambers on La Strada Nuova (The New Street) up to the sumptuous Gallery, designed the rooms in the back of the chambers on the Piano degli Scalzi and “ il quarto di udienza “ ( the side arranged for the hearing) that was placed between the courtyards. The work was completed in 1765 by the architect Giovanbattista Cascione Vaccarini who had joined the Engineer Anito since 1757 and took over in 1760. In this year the construction of the magnificent main courtyard ‘Cortile d’Onore’ and the “embellishment of the facade” began with the introduction of a faux marble plaster in the recesses, and a finish, a final coat imitating the brick, in the portions above the gables and in the cornice between the attic Windows.

Contacts: tel 091 2712 061 web site:www.fondazionesant’elia.it