Palazzo Merendino – Costantino

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Il progetto per la costruzione di questo magnifico edificio fu commissionato nel 1766 all’Arch. Andrea Giganti, da parte della famiglia Merendino.
“Palazzo Costantino fu cominciato verso il 1766 da Gigante ma questo architetto allora di grande fama, e che ha costruito a Palermo molte abitazioni importanti, non lo ha finito. Marvuglia, al suo ritorno da Roma, ne continuò la costruzione, aggiustò il primo progetto dello scalone e portò così un ampliamento notevole al piano di costruzione” (Hittorf e Zanth – 1835).
Nel 1785, quindi,  l’Arch. G. Venanzio Marvuglia, modificato il progetto iniziale di A. Giganti, dà inizio alla costruzione del Palazzo e ne dirige i lavori.
“La proprietà del Palazzo, nel 1788,si trasferisce dalla famiglia Merendino alla famiglia Costantino nella persona di Giuseppe, Maestro Razionale del Regno. Circa Dieci anni dopo, il noto pittore Gioacchino Martorana affresca il soffitto di una delle sale del palazzo con “l’allegoria dell’Amore coniugale”.
Nel 1864 in seguito all’abbassamento del piano di calpestìo di Via Maqueda, il palazzo subisce le modifiche necessarie per l’adeguamento alla nuova situazione altimetrica.
L’impianto planimetrico del Palazzo si articola attorno ad un cortile con doppio loggiato di ordine ionico che delimita due vestiboli; da uno dei quali si sviluppa la doppia rampa dello scalone d’onore.
Leon Dufourny, nel suo diario così lo descrive:”è abbellito da una lunga fila  di colonne ioniche di marmo rosso, il cui stile assomiglia molto a quello degli atri di Palladio e suscita un effetto assai nobile. E’ un peccato che la facciata e la decorazione dei piani superiori non corrispondano a questa parte del pianterreno. In genere il suo stile non è di alto livello ed è molto distante dalla purezza di quello del Marvuglia”.
“Questo palazzo offre una impressione di grandezza per la disposizione dei due vestiboli situati uno all’ingresso e l’altro al fondo della costruzione, per il cortile circondato da colonne in marmo, per la grandezza e ricchezza dello scalone principale. Questo effetto è il risultato di una bella semplicità della distribuzione generale. Essa è anche dovuta all’importanza dell’ordine nella disposizione delle colonne attraverso le quali le vetture possono arrivare fino ai gradini della scala. L’impiego delle colonne addossate ai muri laterali della corte e disposte in maniera da offrire, sotto i due vestiboli, una illusione prospettica sufficiente a far credere che questo cortile sia interamente circondato da colonne a vista, contribuisce  a questo grande effetto.
Questo impiego trova qui una perfetta applicazione. Trattasi di uno pseudo colonnato di cui l’uso non fu trascurato dagli antichi e di cui il Gigante ha saputo avvalersi. Questo bel palazzo ha anche dei negozi sulla strada principale, una comunicazione con un’altra strada che costeggia la facciata posteriore ed in fine una bella scuderia con numerosi accessori” (Hittorf e Zanth – 1935)
 
Indirizzo: Quattro Canti – Via Maqueda 215