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Il Palazzo acquistò l’attuale configurazione nella seconda metà del XVII quando il primo principe di Raffadali, Don Nicolò Giuseppe Montaperto, unificò i due palazzi originari , Valguarnera e Speciale, facendone “un complesso organico e monumentale”. L’ala destra del palazzo è molto probabilmente una parte della residenza del barone di Alcamo e Calatafimi Pietro Speciale, vicerè del Regno ( 1448) e pretore di Palermo (1449) la cui costruzione cominciò nel 1460. L’altra ala del Palazzo, riconoscibile dalla presenza delle tre finestre ogivali “alla pisanica”, di architettura trecentesca, apparteneva alla famiglia Valguarnera, baroni di Godrano, e illustri pretori, senatori e capitani dell’epoca. E probabile, come ricorda Rosario La Duca, che i due edifici, come molti palazzi medioevali del Cassaro, fossero coronati da merli, privilegio di origine normanna che permetteva ai nobili e agli ordini religiosi di ornare di merli le loro dimore sulle mura del Cassaro. La famiglia Raffadali diviene proprietaria di palazzo Speciale nel 1502 allorquando Eleonora, ultima erede della famiglia, sposa Pietro Montaperto di Raffadali; e di palazzo Valguarnera nel 1615 quando Melchiorra De Spuches, subentrata nella proprietà ai Valguarnera e sposa di un Montaperto, dona il palazzo al proprio figlio, don Nicolò Giuseppe, che lo trasformerà, come già ricordato, nel palazzo in stile barocco che oggi ammiriamo. Risalgono a questo periodo il portale d’ingresso di via Santa Chiara, l’atrio colonnato, l’enfilade delle sale….
Degno di nota è anche lo stemma principesco con le insegne di San Giacomo della Spada, apposto sul portale d’ingresso, investitura concessa al principe da Filippo IV. Di epoca successiva, ma di chiaro prestigio artistico, sono la biblioteca e il “salotto rosso” decorati da Francesco Padovani e Giuseppe Enea, esponenti della cultura neoclassica. Il Palazzo oggi è di proprietà di tre famiglie.
Montaperto, principe di Raffadali: famiglia di origine normanna tra le più antiche di Sicilia, giunse in Sicilia ai tempi della conquista dell’isola da parte del conte Ruggero. Giovan Matteo, capostipite della famiglia, fu fedele collaboratore del Conte, insieme al figlio Gerlando, vincitore del moro Alì. In riconoscimento dei servigi resi da padre e figlio il Gran Conte concesse loro le “ Raffa” di Alì ( terre e possessioni) da cui si generò il grande patrimonio terriero al quale fu legato il titolo di principe di Raffadali. Il palazzo oggi è abitato da diverse famiglie
Contatti: 091 332173 (fam. Umiltà solo per gruppi) oppure 091 58 78 69 (fam.Raffadali: un’altra ala del palazzo)
Fonte testo: Giulia Sommariva (2004) Palazzi nobiliari di Palermo . Dario Flaccovio Editore
ENGLISH
The Palazzo acquired the current configuration in the second half of the seventeenth century when the first prince of Raffadali, Don Nicolò Giuseppe Montaperto, unified the two original palaces, Valguarnera and Speciale, making it “an organic and monumental complex”. The right wing of the palace is most likely a part of the residence of the baron of Alcamo and Calatafimi Pietro Speciale, viceroy of the Kingdom (1448) and pretore of Palermo (1449); its construction began in 1460. The other wing of the Palace is recognizable thanks to the presence of three ogival windows “alla pisanica”, from the Pisan style of the fourteenth-century architecture; it belonged to the Valguarnera family, barons of Godrano and illustrious praetors, senators and captains of the time. As Rosario La Duca recalls, it is likely that the two buildings, like many medieval palaces of the Cassaro, were crowned with merlons, a privilege of Norman origin that allowed nobles and religious orders to decorate their houses on the walls of the Cassaro with battlements. The Raffadalis became owners of Palazzo Speciale in 1502 when Eleonora, the last heiress of the family, married Pietro Montaperto of Raffadali; and owners of the part of Valguarnera Palace in 1615, when Melchiorra De Spuches, taken over the property of Valguarnera and married to a Montaperto, donated the palace to his son, Don Nicolò Giuseppe, who transformed it, as already above mentioned, into the baroque palace that we admire today. From that period date back the entrance portal of via Santa Chiara, the colonnaded atrium, the enfilade of the rooms (aligned with each other in a row)
Worthy of note is also the princely coat of arms with the insignia of San Giacomo della Spada, affixed to the entrance portal; that investiture was granted by Philip IV. The library and the “red drawing room” decorated by Francesco Padovani and Giuseppe Enea, exponents of the neoclassical culture, are from a later period but of clear artistic prestige. The Palace today is owned by three families.
Montaperto, prince of Raffadali, from a family of Norman origin among the oldest of Sicily; they arrived in Sicily at the time of the conquest of the island by Count Roger. Giovan Matteo, progenitor of the family, was a faithful collaborator of the Count, together with his son Gerlando, he was the winner of the moor Ali. In recognition of the services rendered by father and son, the Gran Conte granted them the “Raffas” of Ali (lands and possessions) from which the great land patrimony was generated, to which the title of Prince of Raffadali was linked.
Contacts: 091 332173 –
091 58 78 69 –
Source text: Giulia Sommariva (2004) Palaces of nobles of Palermo. Dario Flaccovio Editore