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I Magnifici giardini di Palermo, ricchi di flora tropicale e di piante rare, sono uno dei vanti della città. Fresche oasi di verde. Lilluminazione notturna, laddove esiste, ne fa scintillanti visioni di favola.
Le grandi aree verdi quali: la Villa Giulia e lOrto Botanico; Villa Garibaldi, il giardino Inglese e Villa Bonanno ritenuto il più grande palmeto dEuropa, più a meridione aggiungono al vario incanto della città una nota vivacissima di colore e ne imbalsamano laria con mille profumi.
LOrto Botanico di Palermo sin dalla sua costituzione, tra il 1789 e il 1795, si presenta come un luogo ricco di manufatti artistici, di esperienze umane affascinanti e di una immensa collezione di piante.
I suoi dieci ettari ne fanno uno degli orti botanici più grandi dItalia e contiene sicuramente il più vasto insieme di piante subtropicali in piena terra e in vaso del meridione dItalia.
La prima impressione che si coglie è dovuta allimpronta neoclassica voluta dallarchitetto francese Leon Dufourny (1754-1818), che ha progettato i principali edifici ed è stato a Palermo tra il 1785 e il 1793, anticipando di qualche lustro quella fioritura neoclassica, che gli scavi e i relativi studi archeologici, allora in gran favore, andavano preparando.
LOrto B. di Palermo è stato luogo di ispirazione per tutti i giardini dei secoli a seguire e oggi rimane un punto di riferimento fondamentale, sia per larchitettura che per la botanica.
Non si può parlare di giardino storico perché sarebbe riduttivo considerarlo tale. Ancora oggi esso è un museo vivente, dove ogni taxon è posto a dimora secondo criteri squisitamente scientifici, in collezioni sistematiche o tematiche. Larticolazione del giardino al suo interno è frutto delle diverse, successive espansioni.
Nasce attorno ai quattro quartini che seguivano il Sistema di Linneo, gli edifici Gymnasium, Calidarium, Tepidarium e Aquarium, progettati questi ultimi dalArch. V. Marvuglia, e la grande vasca.
A questa prima parte si aggiunse ben presto il magnifico Giardino dInverno, detto Serra Carolina perché dono di Carolina di Borbone. A metà Ottocento unampia area venne acquisita e oggi ospita il grande ficus. Ancora di seguito, verso la fine dellOttocento un vasto spazio sarà dedicato al Sistema di H. G. A. Engler (1844-1930) botanico tedesco di origine polacca. E ancora si aggiungerà la zona chiamata Giardino Coloniale per la provenienza delle specie, ma oggi nota come Settore Sperimentale.
Tra le tante meraviglie botaniche citiamo: il monumentale Ficus macrophylla f. columnaris, il primo di tutti i ficus M. C. dei giardini storici di Palermo; la svettante Araucaria columnaris, alta circa 40 metri lalbero più alto della città; lalbero del sapone (Sapindus mukorossi); il Viale De Leo, chiamato Viale delle Chorisie – Ceiba speciosa -.
- Ciuso a Natale e Capodanno (closed at Christmas and on New Year day)