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Questo Oratorio è stato fondato nel 1557 dalla Ven.le Compagnia di Santa Maria della Consolazione sotto il titolo del Deserto e di San Mercurio. La Compagnia venerava in questa cappella, una antica immagine della SS.Vergine, ritrovata in un luogo deserto fuori delle mura della città. Il Mongitore scriveva (ms QqE8, f.150): “Ha avuto questa Compagnia tre chiese o oratorj il primo più antico vicino il muro della città, oggi abbandonato e ridotto ad uso profano. Il secondo in sito basso contiguo al Monastero di San Giovanni gli Eremiti, il terzo in sito alto in fronte di questo secondo. Il secondo serve ogni giorno per celebrarvi più messe, il terzo per gli aggiuntamenti dei fratelli dei giorni solenni. Amendue questi oratori hanno un cortile comune, serrato con muri, e porta”. In quello stesso luogo si trovava un notissimo pozzo a cui si poteva attingere dell’acqua miracolosa capace di sanare gli infermi. All’Oratorio si accede attraverso una scala in marmo esterna, che da l’accesso ad un antioratorio con il pavimento maiolicato e il soffitto affrescato in cui è rappresentato “Gesù Cristo che visita San Mercurio in carcere”. Entrati nell’Oratorio ci si trova davanti un’unica navata il cui soffitto con la volta a schifo è stato rifatto e le cui pareti, particolarmente attorno alle grandi finestre, sono state ricoperte di stucchi dal grande scultore Giacomo Serpotta, nel 1678, cioè in un periodo intermedio della sua arte.Lavorò nell’Oratorio anche Procopio Serpotta, che gli studiosi riscontrano nella decorazione della controfacciata, databile al secondo decennio del settecento. In questa parete era incassato lo scranno ligneo dei superiori ed esisteva, sino agli anni ottanta, il tavolo ligneo seicentesco intagliato da Giovanni Calandra, che oggi è stato trafugato. La volta del presbiterio è stata decorata con una gloria di puttini a stucco ed affrescata con la “Gloria di San Mercurio”, mentre sull’altare maggiore campeggia una tela settecentesca che raffigura “L’Apparizione della Vergine col Bambino a San Mercurio”. Il pavimento maiolicato dell’Aula principale è stato realizzato tra il 1714 e il 1715 da Sebastiano Gurrello e Maurizio Vagolotta su disegno dell’architetto sacerdote Giulio Di Pasquale. L’Oratorio ha vissuto una storia molto travagliata ed è stato più volte depredato. Oggi l’Oratorio è in stato di abbandono e urgono urgenti restauri per tutto l’immobile, particolarmente per gli stucchi che versano in cattive condizioni a causa di infiltrazioni d’acqua. Lo scalone d’accesso quasi non esiste più e le suppellettili interne sono state accatastate. L’ultima congregazione che ha gestito l’Oratorio è la settima Congregazione di Gesù e Maria sotto il titolo del Cuore Coronato di spine ai Biscottai.
Indirizzo: Cortile San Giovanni degli Eremiti
Visite: Tutti i giorni (daily) h 10.00am/6.00pm domenica (Sun) 2.00 pm/06.00pm – il 24 Dic. h 10.00am/2.00pm; il 31 Dic h 10.00am/ 2.00pm; il 01 Gen. h 2.00pm/6.00pm
Chiuso (closed) 25 Dicembre e 15 Agosto Ticket
Circuito del sacro. Sito web: Amici dei musei siciliani mail: info@amicimuseisiciliani.it Ticket.
Tel. 091 611 81 68
Con il biglietto del Museo Diocesano è possibile usufruire del biglietto scontato nel circuito d’Arte Sacra: chiesa di Santa Maria della Catena, oratorio di San Lorenzo, oratorio del Rosario in San Domenico e oratorio del Santo Rosario in Santa Cita, chiesa di San Cataldo, Cattedrale, chiostro della chiesa della Magione, oratorio di San Mercurio, chiesa della Martorana e palazzo Alliata di Villafranca, sempre di Palermo; Museo Diocesano di Monreale.
N.B.
Dal 25 novembre 2014 è tornata all’oratorio la seicentesca pala d’altare con san Mercurio. Si pubblica di seguito parte del comunicato stampa del Museo Diocesano di Palermo relativo all’evento con importanti notizie sul restauro della pala e sull’oratorio stesso.
Dopo i restauri, il Museo Diocesano di Palermo riporta la pala d’altare seicentesca all’oratorio di S. Mercurio di Palermo
La tela San Mercurio di Cesarea riceve la lancia dalla Vergine nell’Oratorio di S. Mercurio a Palermo è un dipinto ad olio su tela di autore ignoto di cultura manieristica. L’artista, attivo nella Sicilia occidentale nella prima metà del XVII secolo, in quest’opera elabora una sintesi della tradizione pittorica palermitana che ha origine dalla lezione di Vincenzo da Pavia giungendo a compimento con la generazione dei tardomanieristi Giuseppe Alvino e Gaspare Bazzano. Esprimendo quel sentimento religioso controriformistico che fu prerogativa delle numerose Compagnie e Confraternite sorte in città dopo la chiusura del Concilio di Trento, l’opera raffigura nel registro superiore la Vergine fra gli angeli nell’atto di porgere la Santa Lancia al martire Mercurio vestito da romano e inginocchiato nella parte bassa del dipinto, con sullo sfondo un paesaggio idealizzato con rovine. Si tratta di un’opera di notevole interesse storico e artistico che era stata custodita dal Museo Diocesano di Palermo molti anni or sono, per difenderla dai furti che avevano già colpito l’oratorio più volte, sottraendovi tante opere d’arte tra cui il bel tavolo dei Superiori della seconda metà del XVII secolo, probabilmente della bottega del noto intagliatore Giovanni Calandra, già autore dei tavoli degli oratori di S. Onofrio e dei Falegnami.Negli anni 2009-2010 la tela è stata sottoposta a restauro con un finanziamento della Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Palermo, con la direzione a cura della dott.ssa Giovanna Cassata e per mano del restauratore Gaetano Alagna. A poco più di un anno dalla riapertura al pubblico ad opera degli Amici dei Musei Siciliani, la tela ritorna al suo posto corredata dalla splendida cornice della fine del XVII secolo, restaurata dal laboratorio di restauro della Diocesi con il contributo economico dellAssociazione Amici dei Musei Siciliani, insieme al Ruolo dei Governatori della compagnia, pure ricoverato al Museo Diocesano e oggi tornato nell’antioratorio dove si trovava originariamente.