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Nei primi anni dell’ottocento fu sistemata sulle mura della città prospicenti il mare una elegante terrazza per la passeggiata delle “captive” (vedove – prigioniere del lutto).
Le vedove di qualunque ceto, ma particolarmente le nobili, avevano, così, la possibilità di oziare e passeggiare non viste e indisturbate. Per la decorazione dell’ingresso più importante fu chiesto a Nicolò di Girolamo Bagnasco, nel 1827, la realizzazione di due erme su alti piloni. Salendo lo scalone di accesso, dall’odierna Piazza Santo Spirito, sulla parete di destra si trova una lapide che recita così: D.O.M. Ferdinando Borbonio Rege-Vetere Claramontano Templo Complanato-Quod viae-Laterum oppositu occlusum-In aperto et ad normam aequato- Ne quid splendori urbis deesset- Antonio Campifranci Princ. Vice Sacra Pomerium Liberiore adspectu et caelo-Infrequentia et sordibus subtriste- Melioribus auspiciis Renovatum. Anno MDCCCXXIII. Si evince così che, Don Antonio Lucchesi Palli principe di Campofraco, Luogotenente del Re in Sicilia, fece costruire nel 1823, un “pubblico parterre” ripristinando un antico camminamento sopra le antiche mura chiamato strada Colonna superiore. Nino Basile, illustre scrittore di cose palermitane, nella sua “Palermo Felicissima” così scrisse:”le vedove (captive), vestite di gramaglie, non partecipavano ai pubblici ritrovi e godevano le brezze marine da questa terrazza appartata. Da questo uso ebbe origine il nome di “mura delle cattive”, rimasto sino ad oggi”. L’accesso al “pubblico parterre” era consentito attraverso due scalinate poste all’estremità del percorso. La scalinata che dà su via Mura delle Cattive (detta volgarmente: via “strunzu”), fu gravemente danneggiata durante l’ultimo conflitto mondiale e negli anni cinquanta ricostruita.
Visite: aperto al pubblico tutti i giorni dalle 10.00 tranne il lunedì.
E Mail ufficio comune: verdevivibilita@comune.palermo.it tel 091 740 9313