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Giuseppe Pitrè, insigne studioso del folklore e delle tradizioni popolari siciliane, visse e morì in una casa a piazza Sant’Oliva, proprio di fronte all’attuale monumento.
Il monumento fu scolpito nel 1928 da Ettore Ximenes. Sul prospetto della sua abitazione fu posta una lapide che lo ricorda così: “In questa casa visse, meditò e morì. 1841-1916”.
Giuseppe Pitrè era nato in via Collegio di Maria al Borgo nel 1841. Profondo conoscitore delle cose della tradizione scrisse la “Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane” e la collana delle “Curiosità popolari siciliane” creando, anche, il museo Etnografico che a lui è dedicato. Egli fu Presidente dell’Accademia di Scienze, Lettere ed arti, dell’Accademia di Medicina e della Società Siciliana di Storia Patria.
Come professione faceva il medico e si recava, spesso senza ricompensa, sopratutto presso i letti dei più poveri, facendosi regalare, quando era il caso, qualche antica preghiera, qualche proverbio o qualche canto che pazientemente collezionava. Fu anche, senatore del Regno d’Italia e la sua salma è custodita dal 1923 nel Pantheon cittadino di San Domenico. Disse di se stesso: “Ho ritratto senza preconcetti o partiti presi il popolo con i suoi pregi e i suoi difetti e finisco nello scorcio dell’anno di grazia 1912 l’opera incominciata nel 1858: mezzo secolo e più di ricerche pazienti, indefesse, anche pertinaci, durate con costanza di fede e coscienza di amore nel popolo e pel popolo siciliano”.