Madonna della Volta

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Nella Palermo di una volta era molto diffusa la devozione verso la SS. Vergine e con essa, anche verso i santi più popolari: Santa Rosalia. San Giuseppe e Sant’Antonino in particolare. Ad essi si dedicavano delle piccole edicole votive dove si accendevano lumi e si offrivano fiori; al di sotto dell’edicola non mancavano, quasi mai, delle piccole targhe in marmo incastonate nel muro, dove si invitavano i passanti a sciogliere una “prece”, anche per lucrare le relative indulgenze che erano state concesse dalla Chiesa. La tradizione popolare ci tramanda tanti fatti miracolosi, o di altro genere (vedi duelli, incontri particolari), legati all’accensione di quel lumino che oltre ad essere oggetto di devozione era anche fonte di luce, punto di riferimento in una strada, in un vicolo o in una galleria che erano assolutamente al buio. I sottopassaggi, le piccole gallerie in cui la sera c’era buio pesto erano tanti e fra essi: il “Vicolo Travicelli” traversa di via Maccheronai dove ancora si venera la “Madonna dei Travicelli”,  il Vicolo “Madonna della Volta” vicino piazza Ballarò, ma soprattutto la galleria che univa il rione Conceria con il vecchio macello, al di sotto del piano stradale della via Maqueda. In questo passaggio c’era una edicola dedicata ad una Madonna con bambino che fu presto chiamata la “Madonna della Volta”. La devozione alla Vergine divenne tanto importante che nei pressi, in suo onore nel 1643, fu costruita una chiesa denominata “Madonna della Volta”, ma più conosciuta come la chiesa “dei vintitri scaluna” perche vi si accedeva da una scalinata formata appunto da ventitre scalini. Questa chiesa non esiste più perchè fu demolita negli anni trenta, quando cominciò il risanamento del rione Conceria e il taglio della Via Roma.  Costruita nel seicento la chiesa e appena consacrata vi fu trasferita la vera immagine della Madonna; la devozione quindi, si spostò e così decadde il culto verso l’immagine del sottopassaggio anche perché i cavalli che orinavano e le carrozze che passavano sopra di essa creavano uno spettacolo non tanto decente. Si decise allora, di porre sopra la volta un piccolo obelisco, con un tondo in marmo con la santa immagine scolpita su di esso, in maniera che le carrozze e le bestie dovessero per forza deviare. La nobiltà palermitana subito si ribellò a questo nuovo intralcio alla circolazione, si pensò quindi di spostare l’obelisco sul lato della strada; ma anche qui fu meglio rimuoverlo cosìcchè l’immagine di marmo e l’obelisco furono definitivamente rimossi e posti a custodia del piccolo cimitero, esterno, della vicina Parrocchia di Santa Croce. Le bombe che colpirono la città nel maggio/giugno del 1943 distrussero la chiesa e pure il cimitero; fu colpito anche l’obelisco che si rovinò. Oggi, nel chiostro dei Crociferi della chiesa di Santa Ninfa, si può ancora venerare l’immagine della “Madonna della Volta” che qui è stata conservata e posta in una parete; si è conservata pure un’antica lapide dedicatoria.