Madonna ‘a Bedda

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Nell’edicola votiva all’altezza del n° civico 300 di via Maqueda, che vediamo appoggiata alle mura del palazzo già sede dell’ex Collegio San Rocco, era stato sistemato nel 1902 un quadro raffigurante la SS.Vergine opera insigne di Giuseppe Renda giovane artista alcamese. La costruzione del palazzo era stata fortemente voluta dall’avvocato Pincitore e dalla figlia Caterina Gambino. Il quadro era stato dipinto dal Renda nel 1788; le fattezze della Madonna risultavano così attraenti che il popolo fin da subito l’appellò come a “Madonna ‘a bedda”. Visto l’esposizione all’esterno e alle intemperie fu necessario, ben presto un efficace restauro che fu affidato al pittore bagherese Onofrio Tomaselli. Il pittore restauratore pensò bene di meglio adattare il quadro all’edicola votiva allungandolo “con due striscie in cui dipinse due putti recanti festoni” . Nel marzo del 1902 il Cardinale Celesia, Arcivescovo di Palermo, inaugurò, con una solenne cerimonia, la pubblica cappella con la sacra immagine della Madonna detta ‘a bedda, raffigurata a mezzobusto, orante, mesta, ma splendente sul fondo scuro. Durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, quel luogo venne ripetutamente colpito, specialmente nel maggio del 1943 e l’mmagine venne colpita da schegge in diversi punti. L’edificio anch’esso maltrattato dalle bombe, subito dopo la guerra venne rimesso a nuovo e con’esso la sacra effige. Questa immagine venne venerata fino al 1990 da un numero di fedeli ampio e devoto che cercava di lucrare l’indulgenza di cento giorni concessa dall’Arcivescovo Metropolita di Palermo. In quell’anno l’immagine scomparve, fu sottratta alla devozione sotto gli occhi dei palermitani che niente videro, e sulla vicenda calò presto il silenzio. Nel 1992 i soci del Rotary Club, commissionarono ad un pittore, rimasto sconosciuto, una nuova immagine che riproducesse le fattezze della Vergine per riempire quel vuoto tanto sacro per i palermitani. Sicuramente, conoscendo le “Madonne” dipinte da Giuseppe Renda, di cui Alcamo è piena, l’anonimo pittore non si è avvicinato molto alla bellezza che promanava dalla pittura del Renda, ma ancora oggi i palermitani veri sono sempre, comunque devoti alla “Madonna a’ Bedda”.