Il Reale Albergo delle povere

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Nella Palermo spagnola del 1633, sotto il regno di Filippo IV, la capitale del regno era Madrid, molto lontana da Palermo e dalla Sicilia.
La città è piena di indigenti e di straccioni. I poveri puzzano e i nobili li fanno allontanare dai servi dei loro palazzi, ma i poveri sono troppi: mendicanti, poveracci, donne reiette e di malaffare.
Per renderli innocui si decide di ospitarli nei locali del “Serraglio vecchio”.
Nel cosiddetto “Serraglio vecchio” (oggi non più esistente), circondato dalle campagne che degradano verso il fiume Oreto, accanto ad un cimitero popolare conosciuto come “Santo Antoninello lo sicco”, i poveri stanno molto stipati, quindi, nel 1746, Carlo III di Borbone fa iniziare la costruzione di un nuovo ospizio sullo stradone di Mezzo-Monreale su progetto dell’arch. Orazio Furetto che disegnò ben presto un sontuoso edificio.
Lì dove fu posta la prima pietra con grande dispiegamento di militari e di nobiltà capitanata dal vicerè in persona, il principe Corsini, fu piantata una croce. Definita la facciata ed in parte la costruzione, nel 1772, con una solenne processione, i poveri si trasferirono dal serraglio vecchio al Nuovo Real Albergo dei poveri, ma trovarono gli edifici non completati. Infatti  la chiesa non era ultimata e gli alloggi erano inadeguati. I lavori verranno completati agli inizi del XIX secolo con l’intervento dell’architetto Venanzio Marvuglia e del suo allievo Nicolò Puglia.
Nel Real Albergo dei Poveri stavano insieme uomini e donne, fino a quando gli uomini furono trasferiti nel “Ricovero della mendicità” in contrada di Malaspina, lasciando le sole donne ad occupare l’edificio che, da allora, è anche conosciuto come Albergo delle povere. 
Nel 1839, vengono affidate le sorti di questa istituzione al nobile Don Francesco Paolo Gravina, principe di Palagonia, filantropo e benefattore che, dopo il fallimento del proprio matrimonio, decise di dedicarsi per il resto della sua vita alla orazione e all’aiuto dei bisognosi. L’Albergo dei poveri in quegli anni contava un migliaio circa di occupanti soprattutto donne, ragazze, e tanti bambini. Don Francesco pensò bene per migliorare le condizioni di quei miserabili di impiantare macchinari per tessere la seta e un mulino. Le povere donne si dedicarono così alla confezione di capi di seta “alla francese” e di tela, di tende ed abiti per i palermitani. I bachi venivano allevati in grandi vasche in pietra ancora oggi visibili.
Alla morte del Principe il feretro fu accompagnato da una marea di gente e di diseredati; l’odore di santità si sprigionò nell’area ed oggi Don Francesco Paolo Gravina va verso la sua beatificazione. L’Albergo delle povere continuò ad ospitare soprattutto donne e divenne definitivamente femminile nel 1898. L’istituzione è oggi affidata alla Congregazione di suore voluta dal Principe.
L’edificio si sviluppa attorno a tre ampi cortili; in quello centrale che funge da ingresso vi prospetta la facciata della chiesa di Santa Maria della purificazione (1773/1799). Quello di destra appartiene oggi alla Regione Siciliana ed è sede di mostre e manifestazioni. Quello di sinistra, gestito dalle suore, continua a essere albergo per i poveri. 
La costruzione si sviluppa in due piani, cui si accede tramite ampi scaloni barocchi, ed è contornata, soprattutto nel retro, da piccoli edifici e da giardini interni che nel tempo hanno avuto una loro funzione.
Oggi il monumento è visitabile in occasione di eventi e mostre
 
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English

Royal Hotel of the Poor

In the Spanish Palermo of 1633, under the reign of Philip IV, the capital of the kingdom was Madrid, which is very far from Palermo and Sicily.

The city was crowded with poor people and beggars. The poor smelt bad and the nobles tried to have them move away from the servants of their palaces, but the poor were too many: beggars, destitute people and outcast and women of ill repute.

To make them harmless, it was decided to host them in the premises of the “Serraglio vecchio” (Old Menagerie).

In the so-called “Serraglio vecchio”( no longer in existence) – surrounded by the countryside which sloped down towards the Oreto river, next to a popular cemetery known as “Santo Antoninello lo Sicco” – the poor were crammed. Therefore, in 1746, Charles III di Borbone started the construction of a new hospice on the main road of Mezzo-Monreale thanks to a project by the architect Orazio Ferretto who soon designed a sumptuous building.

There, where the first stone was laid in the presence of the military and the nobility led by the viceroy himself, Prince Corsini, a cross was planted. In 1722 the construction work brought to completion the façade and partly the structure, so the poor moved from the Vecchio Serraglio to the New Real Hotel of the Poor in a solemn procession. However they found that the structure had not been completed. In fact, the church was not finished and housing was inadequate. The works were completed in the early nineteenth century with the intervention of the architect Venanzio Marvuglia and his disciple Nicolò Puglia.

In the Royal “Albergo dei Poveri” (Hotel of the Poor) men and women were together, until the men were transferred to the “Ricovero della mendicità” (Poorhouse) in the district of Malaspina, leaving only women to occupy the building which, since then, has also been known as the Hotel of Poor Women.

In 1839, the fate of this institution was entrusted to the noble Don Francesco Paolo Gravina, prince of Palagonia, philanthropist and benefactor who, after the failure of his marriage, decided to devote himself for the rest of his life to prayer and helping the needy. In those years, the Hotel of Poor Women had about a thousand occupants – mainly women, girls, and many children. Don Francesco thought it right to improve the conditions of those miserable ones to set up a mill and machinery to weave silk. The poor women thus dedicated themselves to making “French style” silk and linen garments, curtains and clothes for Palermitan people. The silkworms were raised in large stone tanks which are still visible today.

At the death of the Prince, the coffin was accompanied by a great crowd of people and especially the dispossessed; the Prince dies in the “odour of sanctity” and today Don Francesco Paolo Gravina is heading for beatification. The Albergo delle Povere continued to host mainly women and became definitively feminine in 1898. The institution is today entrusted to the Congregation of nuns by the Prince wanted here.

The building develops around three large courtyards; in the central one that functions as an entrance, the facade of the Church of Santa Maria della Purificazione (1773/1799) faces you. The one on the right now belongs to the Sicilian Region and is home to exhibitions and events. The one on the left, run by the nuns, continues to be a hotel for poor women.

The building is spread over two floors, accessed via large baroque staircases, and is surrounded, especially in the back, by small buildings and internal gardens that have had their own functions over time.

Today the monument can be visited during various events.

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