I pupi

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   I siciliani comunque, a prescindere dall’educazione ricevuta, hanno per i racconti cavallereschi una fame che deve per forza essere saziata e, considerata la difficoltà di rispolverare passioni giovanili rimanendosene a casa a leggere Pulci e Boiardo, Tasso e Ariosto, preferiscono seguire la storia di Carlo Magno e dei paladini e delle guerre contro i saraceni al teatro dei pupi. Ogni figura veniva manovrata con due stecche di ferro, fissate rispettivamente alla testa e alla mano destra, con diversi fili di cui dopo qualche minuto non mi accorgevo più; forse la loro stessa ovvietà impediva di notarli. C’erano in totale più di duecento marionette, compresi soldati turchi e spagnoli, i cavalieri e le dame venivano tenuti in sacchi verdi di tela d’Olanda, per proteggerli dalla polvere, e tirati fuori quando servivano. I danni che subiscono le figure nella furia degli scontri sono enormi, le armature si rompono, i tessuti si lacerano, le articolazioni e i cardini delle visiere si guastano, e c’è un gran lavoro da fare prima che possano ricomparire……


H. F. Jones – Diversions in Sicily, 1909.