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Trabia è conosciuta anche per le nespole, primo frutto primaverile (maturano tra marzo e giugno). L’albero di nespole arrivò per la prima volta in Europa nel 1784 importate dall’Oriente. Lì erano molto diffuse soprattutto in Cina ed in Giappone.
All’inizio l’albero di nespole fu coltivato come pianta ornamentale per via del loro fogliame sempre verde. L’uso della nespola a scopo agricolo probabilmente inizio nel 1831, ma soltanto col passare del tempo divennero una produzione di alta qualità e di gusto sempre più delicato.
 
 
 
 
 

Trabia è conosciuta come la patria degli spaghetti.
Il geografo arabo Edrisi, nel 1154 nell’opera “Kitab-Rugiar” (Libro di Ruggero) parla di itriya cioè, nel dialetto siciliano di tria, una specie di spaghetto molto sottile. Ancora oggi in Sicilia i capellini d’angelo vengono chiamati tria. Forse è meglio riportare integralmente la parte dei testo di Edrisi che ci interessa: “A ponente di Termini Imerese vi è l’abitato di Trabia, sito incantevole, ricco di acque perenni e mulini, con una bella pianura e vasti poderi nei quali si fabbricano vermicelli in quantità tale da approvvigionare, oltre ai paesi della Calabria, quelli dei territori musulmani e cristiani, dove se ne spediscono consistenti carichi”.
Da quanto riportato appare evidente che il vocabolo itriya, utilizzato da Edrisi, si riferiva ad un tipo di pasta già conosciuto ed esistente nella nostra terra, e gli Arabi di allora lo importavano in grande quantità. Probabilmente i siciliani nell’inventare gli spaghetti si ispirarono all’itria, ma il cambio di tecnica ed ingredienti condusse ad un prodotto nuovo. E con questa dimostrazione risulta chiaro che l’introduzione degli spaghetti in Europa non fu dovuta al viaggio di Marco Polo in Cina, dove il veneziano venne a conoscenza degli spaghetti di soia, poiché costui nacque cento anni dopo che Edrisi aveva reso nota l’abitudine dei vermicelli siciliani.