Sciara

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Il turista che giunge da Palermo arriva facilmente a Sciara: basta abbandonare la SS 113 a pochi Km da Termini Imerese ed imboccare la SP 21, che attraversando una sequela di piccoli ed ordinati poderi, in pochi minuti porta al paese.
Questo appare improvvisamente dopo una curva, adagiato sui primi contrafforti del monte San Calogero, con il suo caratteristico skayline determinato dai tre edifici più importanti: le due chiese ed il castello. L’assenza di grandi interessi artistici ed architettonici del centro urbano, abbastanza recente come costituzione, è controbilanciata dai valori paesistici e storici che offre la campagna circostante, rigogliosa e ricca dì preesistenze. A pochi minuti dal centro abitato, infatti, nei pressi del monte Castellaccio, quasi sconosciuti ed immersi nella vegetazione, sono presenti resti di mura megalitiche, graffiti rupestri ed alcuni dolmen risalenti al V-VI secolo a.C.
Sempre in quest’area, evidentemente importante sia per la posizione strategica, che per la fertilità e la ricchezza del territorio, si sono avvicendati: Sicani, Elimi, Fenici, Cartaginesi, Greci, Romani ed Arabi. Le testimonianze più ricche appartengono ai Greci dì cui è stata ritrovata una necropoli (reperti si custodiscono nell’antiquarium dì Hìmera)
La fondazione di Sciara è opera del Barone Filippo Notarbartolo Cipolla, che essendo proprietario di tutto l’attuale territorio, ottiene da Re Carlo II di Spagna nel 1671, il titolo di Principe di Sciara e la facoltà di popolare il territorio “infra decennio”.