L’Obelisco di Gibilrossa

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“Nino Domani a Palermo”, la celebre frase che Giuseppe Garibaldi rivolse al generale Bixio nel lontano 26 maggio 1860, fu pronunciata – come si legge su una delle lapidi posta su una delle facciate dell’ Obelisco -proprio su questa rupe del territorio di Gibilrossa: un luogo carico di storia che vide accampati sul proprio suolo i “Picciotti” del Generale Giuseppe La Masa e i Mille prima della “presa di Palermo”. Questo monumento, sorto per iniziativa del garibaldino Salvatore Cappello, venne solennemente inaugurato il 4 Aprile 1882 in occasione del VI centenario del Vespro. Presenti all’evento vi furono i figli di Garibaldi, Menotti e Manlio.

Si tratta di un Obelisco a forma piramidale formato da 7 gradoni in pietra viva. Nelle tre facciate del monumento si trovano 3 lapidi che ricordano: le imprese storiche dell’impresa garibaldina, la cacciata dei Borboni e l’Unità d’Italia. Le tre facciate sono arricchite da 3 stemmi e precisamente da quello della città di Palermo, della Sicilia e di Casa Savoia.

Il progetto dell’opera è dell’architetto Giovan Batista Filippo Basile.

Non molto tempo fa a causa di un fulmine l’Obelisco perse la punta per cui successivamente venne dotato di un parafulmine. L’altezza dell’opera è di 24 metri.

Recentemente il sito dell’obelisco di Gibilrossa è stato affidato da parte del sindaco Rosario Rizzolo a Luigi D’Angelo dell’Associazione Progresso per l’Europa: un patto di collaborazione con il Comune di Misilmeri al fine di riqualificare il sito e fare in modo che questo possa tornare ad essere quel luogo di aggregazione di tanti anni addietro.

La location dell’Obelisco di Gibilrossa, oltre ad essere un luogo ricco di storia e ricordi, è un luogo suggestivo dal quale è possibile godere uno splendido panorama su Palermo.