Cerda

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altitudine: 274 m
abitanti: 5.376
Cerda è situato nelle Madonie nord occidentali, tra le valli dei fiumi Torto e Imera settentrionale.
Il centro abitato è adagiato ai piedi del pizzo della Guardia, di fronte alla vallata dove sorge il monte San Calogero (1.326 metri di altitudine) e offre una magnifica vista sulle pendici a cereali, oliveti e mandorleti. Sull’orizzonte si intravede anche il mare.
Qui è possibile scoprire i segreti e i miti di una terra legata ad un passato leggendario, con fortissime spinte verso una nuova realtà commerciale e turistica che si basa soprattutto sulle tradizioni gastronomiche e un ricco patrimonio naturale ed artistico tutto da far conoscere.
In questo centro agricolo, famoso soprattutto per la coltivazione del carciofo, è possibile trascorrere un fine settimana speciale alla ricerca di piatti e ricette particolari.
Famosa è ormai l’annuale sagra del carciofo che vede interi pullman ai turisti, decine di migliaia ai visitatori, giungere per il famoso carciofo locale, al quale gli abitanti hanno addirittura dedicato un monumento nella piazza principale (vedi foto).
La festa patronale della “Madonna Assunta” si celebra il 15 e il 16 agosto. Tale ricorrenza si inserisce nel contesto di “Cerda agosto insieme” che negli ultimi anni si è distinta fra le più importanti manifestazioni estive siciliane. In occasione della Pasqua le celebrazioni ruotano invece attorno alla figura dell’Addolorata: ricoperta da un manto nero, con il cuore trafitto da un pugnale. La “vara” viene condotta a spalla fra le vie del centro storico. Il giorno più solenne e più partecipato della Settimana Santa è infatti il Venerdì, quando, nel rispetto di una tradizione consolidata, si svolge il cosiddetto “rincuontru”, cioè la toccante rappresentazione dell’incontro tra Maria e il Figlio “morto”. E’ questo il momento più atteso dai visitatori, mentre i fedeli, commossi in preghiera, seguono in processione le due “vare” con religiosa partecipazione.
Il turismo gastronomico è ormai una realtà consolidata. Intatti, la nuova vocazione turistica di Cerda è legata soprattutto a questo ortaggio, alla cui coltivazione da anni gli agricoltori locali dedicano tempo ed energie, ma che solo oggi viene apprezzato ovunque per le sue qualità culinarie e nutritive.Famosa è ormai l’annuale sagra che si svolge il 25 aprile e che vede interi pullman di turisti, migliaia di visitatori giungere per assaggiare l’ormai famoso “fiore con le spine” Il carciofo, tipica pianta alimentare mediterranea, ha una storia molto antica. Le sua origine è infatti legata a mitiche leggende del mondo ellenico. La mitologia ricorda che una bella fanciulla di nome Cynara, dai lunghi capelli color cenere fu trasformata da Giove innamorato in carciofo. Il nome italiano carciofo e quello spagnolo “alcachofa” viene invece collegato all’arabo “harsciof” che significa ”spina di terra e pianta che punge”. Le prime notizie sull’esistenza dell’ortaggio e della sua utilizzazione nell’alimentazione umana provengono dall’Etiopia e dall’Egitto. Successivamente è stato citato nei sontuosi banchetti della Grecia e di Roma antica.
Il consumo dì questo alimento determina numerosi effetti benefici: alla pianta viene riconosciuta, fin dai tempi di Plinio, proprietà di stimolo per la produzione di urine; è stato inoltre provato che migliora il funzionamento del fegato e che ha un’azione di prevenzione dei reumatismi. Infine creme semifluide contenenti estratto acquoso di foglie di carciofo migliorano sensibilmente gli aspetti estetici della pelle del corpo umano. A Cerda, altre fonti di reddito sono costituite dall’artigianato, dal terziario e dall’industria automobilistica del vicino agglomerato industriale di Termini Imerese.
Il centro è sorto nel 1656, quando Giuseppe Santostefano, signore di Fontanamurata e di Vallelunga, ottenne da Carlo V la “licantia populandi”. Il barone, nell’assumere il titolo si impegnava a popolare il territorio, anche se il centro abitato assumerà l’attuale conformazione soltanto duecento anno dopo, nel corso del XIX secolo, quando diverrà Comune a pieno titolo. L’antico nome del paese era “fondaco nuovo”. Il piccolo borgo fu infatti punto di sosta per i numerosi viandanti che andavano verso l’entroterra dell’isola.
Nei secoli il centro ha mantenuto le caratteristiche di luogo dì accoglienza e di crocevia per gente di varia provenienza ed estrazione, soprattutto nel periodo d’oro dell’evento automobilistico che tutti hanno legato al nome del Comune madonita, la targa Florio. Sulla salita di Cerda, tra nuvole di polvere, dinanzi a folle di appassionati e inviati dai giornali di mezza Europa, mosse i primi passi la mitica corsa, Targa Florio entrata nella legenda per avere segnato le tappe più importanti della storia dell’automobile. La gara nasceva all’alba del secolo, in piena “Belle Epoque”, per volontà del cavaliere Vincenzo Florio e di un gruppo di amici. Adesso si sta pensando ad un nuovo rilancio della manifestazione per farne anche occasione di promozione del territorio. [http://www.targa-florio.it ]

Alla prima edizione parteciparono pochissimi concorrenti. Tuttavia, la fama della corsa si diffuse per tutta l’Europa. Fu nel 1912 che si decise di portare il traguardo proprio alle porte di Cerda. L’edizione del 1922 ne segnerà la definitiva consacrazione internazionale, non solo per i nomi dei partecipanti (Enzo Ferrari, Max Sailer, Alfred Neobauer, Antonio Ascari), ma anche per le prime novità introdotte dai costruttori che incominciavano a sperimentare nelle corse soluzioni tecniche da introdurre nella produzione in serie delle automobili.