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altitudine: 540 m
abitanti: 987
Cefalà Diana è un paese adagiato su uno scosceso spuntone di terra arenaria. Il suo territorio si estende su una superficie che supera di poco i nove chilometri quadrati. La torre merlata di quello che fu il castello di Cefalà Diana domina l’ampio panorama che fa da sfondo alla Rocca Busambra. Intorno al 1329 il maniero divenne, assieme al castello d’ Icla su monte Ciarastella e la rocca di Sant’Angelo, parte della triade di fortezze che la famiglia Chiaramonte realizzò per controllare i suoi possedimenti, guadagnandosi presto la fama di “rocca imprendibile”.
Solamente dopo la fine dei Chiaramonte la fortezza perderà il suo ruolo militare. Il castello di Cefalà è situato a ridosso del caseggiato che si stende su una pendenza in vista della lussureggiante vallata dell’ Eleuterio. A poche centinaia di metri dall’abitato troviamo le Terme arabe un monumento islamico originale, oggi importante riserva naturalistica della Sicilia occidentale. Non è tuttavia da escludere l’ipotesi di una costruzione dei “bagni” in epoca guglielmina ed eseguita da maestranze musulmane che si ispirarono alla loro cultura. Dopo i recenti restauri, gli sforzi sono concentrati per riportare l’acqua all’interno della struttura e aprire così una nuova stagione per il settore turistico termale.
Cefalà Diana vive prevalentemente di agricoltura. Frumento e olio sono le principali produzioni del luogo. Ma adesso il Comune intende dare un nuovo impulso all’economia locale, realizzando un insediamento per le attività artigianali, commerciali e micro-industriali non inquinanti. L’individuazione di un’area di circa 290 mila metri quadrati sulla scorrimento veloce Palermo-Agrigento è il primo passo per superare la storica situazione di arretratezza produttiva e le condizioni di ritardo strutturale della zona. Il progetto di sviluppo ruoterà attorno al patto territoriale “Alto Belice Corleonese.