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In prossimità di due colline, luna di argilla, dove da secoli si perpetua il magico rito che unisce la materia, tenera e informe, alla sapiente opera creatrice delluomo, e laltra di tufo, attorno alla quale le antiche case sembrano cercare riparo, si estende Burgio, piccolo paese di origine araba del versante occidentale della provincia di Agrigento. Diciotto chiese (ventiquattro fino allinizio degli anni quaranta), quattro conventi, un santuario normanno, un castello saraceno, un singolare museo delle mummie, opere di Antonello Gagini e del figlio Vincenzo, di Antonino e Orazio Ferraro, dello Zoppo di Gangi, la preziosa icona della Madonna della Consolazione del XIII secolo, lantico e venerato Crocifisso ligneo di Rifesi risalente al XII secolo; un ricco e variegato bosco mediterraneo allinterno del quale insiste una incontaminata riserva naturale dove dominano imponenti querce secolari; unartigianato di eccellenze che annovera, oltre alla tradizione ceramica, una cinquecentesca fonderia di campane, la lavorazione artistica del ferro, della pietra e recentemente anche del vetro; un patrimonio artistico, paesaggistico ed artigianale che testimonia la vivacità culturale di questo territorio e fa di Burgio un piccolo scrigno pieno di arte. E, comunque, proprio la lavorazione della maiolica ad attestare una tradizione plurisecolare che, oltre ad aver rappresentato in passato uno dei principali settori delleconomia locale, ha permesso a Burgio di essere conosciuto fuori dalle proprie mura.
Vito Ferrantelli-Sindaco di Burgio
(nell’arte, attività delel officine maiolicare di Burgio)