Fontana Garraffello

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Nella Piazza Garraffello, tra il XV e il XVI secolo, c’erano le “logge” delle “Nazioni estere” che con le loro mercanzie, spezie,e quant’altro importavano, arricchirono Palermo e la sua gente. Qui oltre alle logge aveva la sede la “Tavola, il banco pubblico della città, trasferitasi qui nel 1617, perchè prima si trovava nel primo piano del Palazzo Senatorio.  Vi erano botteghe (putìe) fiorenti e vi prospettava qualche palazzo dal nome altisonante come Rammacca, Mazzarino, Sperlinga etc.. Al centro della piazza era ed esiste ancora oggi la fontana del Garraffello che versava un acqua splendida da dieci canne bronzee. La fontana fu costruita nel 1591, come si può rilevare dalla iscrizione che si attribuisce al grande poeta monrealese Antonio Veneziano. L’acqua che fluiva dalla fontana del Garraffello proveniva da una fonte che sorgeva nei pressi di quella che oggi è la via Pannieri. In un primo tempo, la fontana fu posta nei pressi della loggia dei genovesi, poi fu spostata nel centro della piazza e ancora dopo fu abbassata al di sotto del piano stradale perchè scarseggiava l’affluenza dell’acqua. Nel 1957, la pigna che sovrastava l’urna che recava l’epigrafe celebrativa cadde per la forza del vento e si trovò frantumata per terra. La fontana già con dieci cannoli, ai tempi del Villabianca ne sfoggiava otto, ma oltre all’acqua forniva ai venditori ambulanti un punto di tiraggio per le corde che allargavano, così, le tende. Il forte vento di quei giorni facendo leva attraverso le corse scardinò la parte sovrastante della fontana facendola precipitare a terra. Nel 1958 il tutto fu risistemato e la pigna venne rifatta com’era dall’Istituto d’arte di Palermo. In tale modo la fontana ritornò a nuova vita. Essa fu circondata da una ringhiera in ferro e si proibì l’uso sconsiderato di attaccare corde e tende.. Oggi la fontana è stata quasi del tutto abbandonata e versa in uno stato di grande degrado; piange il cuore, quando passando da Piazza Garraffello si nota che quell’angolo caratteristico della città versa, non solo per la fontana, nelle più precarie condizioni.