Federico II a Palermo

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Bruno Caruso è nato a Palermo l’8 agosto del 1927. Realizzò il suo primo album di disegni fra i quattro e i cinque anni (1931-1932) con un piccolo bestiario composto da un cane disegnato e trapunto, un coniglio in corsa e vari cavalli, eseguiti meticolosamente e presumibilmente copiati da un libro di Pisanello. In casa Caruso c’era una bella biblioteca fornita di molti libri sull’arte antica che certamente servirono da modelli per le prime esercitazioni; come il trattato su Il movimento delle acque e le Anatomie di Leonardo da Vinci e i libri di Raffaello, di ineffabile bravura e (a detta di Caruso) di particolare difficoltà a copiarlo. Tra i cinque e i dieci anni Bruno copiò innumerevoli disegni antichi e molte fotografie e stravaganze della natura e della scienza e macchinari e progetti di idraulica attinenti al lavoro di suo padre ingegnere. Appena diciannovenne si recò a Vienna a visitare il Kunsthistoriches Museum e l’Albertina ed ebbe modo di ammirare le opere di Klimt. A Monaco di Baviera scoprì i disegni di George Grosz e nello stesso anno conobbe il pittore Otto Dix. Nel 1947 si recò a Praga col Festival della gioventù e vi rimase parecchi mesi: visitando i luoghi di Kafka iniziò ad eseguire le prime illustrazioni dei suoi straordinari racconti che più tardi perfezionò e incise all’acquaforte. Nel dopoguerra si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza e frequentando la facoltà trovò molto da guadagnare facendo tesi di laurea a molti studenti. Bruno negli anni diventò un bibliofilo riuscendo a fare più di cento tesi di laurea che gli servirono in quei tempi assai difficili, oltre che a coltivarsi nelle materie letterarie, a sopravvivere, a viaggiare e a comprare libri. Quando alla fine del 1947 si trasferì a Milano conobbe Vittorini e Quasimodo e quando cominciò a guadagnare col suo lavoro di pittore acquistò molti libri rari. Oggi possiede migliaia di libri sull’arte tra cui libri su Goya, Leonardo da Vinci, Rembrandt, Hokousai, Grosz, Ensor e Klimt.

 Nel 1953 per incarico della Regione Siciliana studia la possibilità di stampare una grande rivista d’arte, “Sicilia”, la cui realizzazione avrebbe richiesto attrezzature tipografiche inesistenti nell’Isola. In quegli anni l’editore Salvatore Fausto Flaccovio, oltre a pubblicare la rivista “Sicilia” mette in cantiere, sotto la direzione artistica di Bruno Caruso, la monumentale opera sul Duomo di Monreale, e così si sviluppa nell’Isola una sempre più efficiente indistria tipografica e, conseguentemente nasce e progredisce un’intesa attività editoriale. A Roma si lega d’amicizia con i poeti De Libero, Sinisgalli, Ungaretti e con i pittori Fabrizio Clerici, Fabius Gugel, Enrico Colombotto Rosso, Renzo Vespignani, Giacomo Porzano, Ben Shahn e Jack Levine. Stringe anche amicizia con numerosi fotografi specialmente Herbet List, Brassai, Dick Avedov, Leslie Gill, Louise Dale Wolf. Nel 1956 collabora con il grande scenografo Aurelio Millos mettendo in scena tra l’atro i Balletti Mirandolina di Valentin  Bucchi, Danza e Contradanza di Beethoven. Dal 1953 al 1958 esegue una serie di disegni di denuncia sul Manicomio di Palermo e intraprende una campagna contro le pratiche medievali, la camicia di forza, il letto di contenzione, incominciando con Franco Basaglia un’opera di revisione della psichiatria. Non abbandona mai il suo impegno civile battendosi contro la sopraffazione, la guerra, la violenza, la fame e la mafia. Realizza svariati libri sulle ingiustizie del mondo. In Sicilia sfida i politici del malcostume e della corruzione, dando il buon esempio ai magistrati siciliani e ai politici. Durante la guerra d’Indocina sostiene la causa dell’eroico popolo vietnamita, a favore del quale realizza una serie di volumi e documenti di eccezionale valore storico, raccogliendo una immensa bibliografia che aguerra finita donerà alla Repubblica del Nord Vietnam.
Caruso ha visitato innumerevoli paesi sempre con una grande e sensibile curiosità per le sorti e per la vita politica e sociale di ogni luogo: la Turchia, il Libano, la Siria, l’Iraq, la Persia, l’Egitto, l’India, il Laos, la Cabogia, il Vietnam, il Giappone, la Cina, gli Stati Uniti e il Messico. È in America nei giorni dell’assassinio di Kennedy; incontra durante i suoi viaggi personalità come Malcom X, Arafat, il Generale Giap ed anche molti uomini di cultura quali Gombrich, Zeri, Longhi e Santo Mazzarino. È conoscitore della scultura classica, soprattuto di quella romana e dell’arte egizia, della glittica e dei marmi antichi. A Teheran ha frequentato, alla fine degli anni cinquanta, un corso di calligrafia persiana.  Ma naturalmente predilige la grande pittura italiana con un amore particolare per il seicento e per i pittori caravageschi che considera i suoi naturali antenati. Dal 1965 ha realizzato svariati volumi di disegni politici e ha illustrato   ltissime opere della letteratura italiana e europea: Machiavelli, Mallarmé, Kafka, Arpino, Sciascia, Ungaretti, Amari, Verga. Alla fine degli anni ‘90 ha ripreso l’attività teatrale presso il Teatro Stabile di Palermo disegnando le scene e i costumi di numerose rappresentazioni. Ha ricevuto la laurea Honoris causa della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo, la Medaglia d’Oro come Benemerito della Cultura dal Presidente della Repubblica, nel 2003 gli è stato assegnato dalla Regione Siciliana il premio Archimede riservato ai siciliani più illustri nel mondo e moltissimi altri riconoscimenti da parte di accademie e istituzioni straniere.
L’esposizione sarà visitabile dal 25 Maggio al 13 Luglio presso le Sale Duca di Montalto, Palazzo Reale di Palermo, coi seguenti orari d’ingresso:
Lunedì – Sabato: 8.30 – 17.40 (ultimo biglietto emesso alle 17.00)

Domenica e festivi: 8.15 – 13.00 (ultimo biglietto emesso alle 12.15)

                                                                                                                                                                                                                                                                              (s.p.)