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Prossimo appuntamento venerdì 12 luglio 2024 con Terradamare. Proseguono le visite a villa Chiatamonte Bordonaro, aperta per la prima volta alle visite lo scorso mese di giugno, nello storico Piano delle Croci del ‘Firriato di VillaFranca’, a pochi passi dal Giardino Inglese
Sarà possibile visitare: le tante sale di rappresentanza del piano nobile della dimorache fu ampliata da Ernesto Basile e decorata da Rocco Lentini, dove si ammireranno consolles, specchiere barocche, i raffinati arredi, le collezioni appartenute alla famiglia e l’esotico giardino, ulteriore capolavoro di un’epoca meravigliosa che vide la costruzione del Teatro Massimo, la celebre Esposizione Nazionale e la nascita dello stile Liberty a Palermo
Villa Chiaramonte Bordonaro, Via delle Croci 21, Palermo
Durata visite: un’ora circa. Ticket: adulti €20, ridotto 5/10 anni €10
per partecipare è necessario acquistare i ticket in anticipo
Infoline: terradamare.org/visite-villa-chiaramonte-bordonaro 347.8948459 – 320.7672134
Nel periodo ottocentesco a Palermo inizia un rivoluzionario processo di espansione, sigillato da alcuni momenti significativi, come il bando di un concorso internazionale per la costruzione del teatro Massimo nel 1864 e l’Esposizione Nazionale del 1891-92, conducendo effettivamente verso la configurazione della città moderna. A tali interventi, vi si associa una nuova e raffinata classe sociale di abili imprenditori e di cultori del bello.
Una città che si identifica nel felice connubio tra committenza e produzione artistica, fino alla fioritura del liberty palermitano e di protagonisti indiscutibili, tra cui, per esempio, il Basile, che grazie ai committenti privati che concentreranno la propria immagine politica al superamento di un linguaggio artistico non più idoneo a rappresentarli, realizzerà stupendi edifici al di fuori delle antiche mura cittadine.
Queste complesse vicende sono legate anche alla famiglia Chiaramonte Bordonaro, i cui esponenti, realizzarono proficue attività economiche, legandosi anche a note famiglie del periodo: partecipano a società per azioni, rilanciano l’armatoria, esportano zolfo per conto degli Ingham, acquistano la casina ai Colli del Ventimiglia e il palazzo del barone Guggino, acquistano la tonnara di Vergine Maria. Una serie di attività che li inseriranno tra i più influenti personaggi dell’epoca e che gli frutteranno molti guadagni.
Importante esponente della più facoltosa aristocrazia siciliana, Gabriele Chiaramonte Bordonaro, che entrerà in possesso grazie al prozio suo omonimo, e di suo padre Antonio, di un’enorme ricchezza , rivestendo, tra l’altro, la carica di Senatore del Regno d’Italia, commissionerà, nel 1893, un intervento al Basile su un edificio già esistente in via delle Croci.
Il noto architetto si occuperà, nello specifico, di realizzare l’ampliamento della villa precedentemente progettata da Saverio Cavallari, dopo che la famiglia deciderà di lasciare il barocco palazzo ex Guggino ai Quattro Canti, seguendo, così, la tendenza sempre più diffusa dell’adozione della villa-palazzo unifamiliare con giardino nella città nuova, realizzando anche una vera e propria casa museo, in cui definirà gli spazi destinati a uso residenziale, differenti da quelli che dovevano ospitare le collezioni d’arte della famiglia.
Le soluzioni architettoniche adottate nella dimora traggono ispirazione dal rinascimento fiorentino, ma in cui vi si ritrovano anche elementi caratteristici di reminiscenze medievali, come le bifore, creando un edificio eclettico, ma contestualmente, armonioso in cui svetta l’ elegante torricella.
L’autore della decorazione pittorica delle sale della villa è invece Rocco Lentini, pittore palermitano, esponente di rilievo dell’Ottocento siciliano, sia come decoratore che come abile pittore nei luoghi più importanti del modernismo palermitano, opera seguendo un gusto eterogeneo e multiforme, in cui inserisce con estrema maestria, pitture murali dove ritroviamo forme vegetali, animali fantastici e forme mitologiche, spaziando nella moda antiquariale settecentesca.
Nella villa non manca una particolare attenzione al dettaglio negli spazi interni e agli elementi ornamentali che caratterizzano i saloni, in cui sono inseriti raffinati arredi, consolles e specchiere barocche, una collezione di piatti ispano moreschi; e ulteriore capolavoro di un’epoca meravigliosa, in cui natura e architettura dialogavano in una simbiotica osmosi: il parco impiantato nella seconda metà del XIX secolo, in cui ancora oggi insistono una parte delle originarie specie arboree esotiche e scenografiche.
Spazio verde, adiacente il Giardino Inglese, sopravvissuto all’espansione della città di ciò che fu lo storico Piano delle Croci nel ‘Firriato di VillaFranca’, podere acquistato nel 1712 da Giuseppe Alliata principe di Villafranca che vi piantò alberi, colmò i fossi che erano sfruttati per le cave, lo popolò con animali, realizzò laghetti e un’ampia cavallerizza, divenendo noto come firriato (recinto) di Villafranca.
Poco distante dalle piante esotiche del giardino di Villa Chiaramonte Bordonaro, nel 1891 furono realizzati proprio i padiglioni in stile siculo normanno dell’Esposizione Nazionale dall’architetto Basile e iniziò la Belle Époque
I confini del Firriato di VillaFranca comprendevano il Piano di Sant’Oliva e il Piano delle Croci, all’interno del fondo, i due viali principali si intersecavano con l’attuale via Libertà.
Dal 1778, la storia di questo splendido spazio sono legate alle vicende urbanistiche della città e alla sua espansione