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Francesco Imperiale ha allestito una mostra nella biblioteca Borsellino. Tra vecchi dischi in vinile è possibile sfogliare giornali dei primi del ‘900 o leggere lettere dei prigionieri di guerra.
Gratis dal lunedì al venerdì.
Francesco Paolo Imperiale è un collezionista. Non ha una specializzazione ben precisa, ma è partito con i francobolli. Poi sono arrivate “offerte che non poteva rifiutare” e ha cominciato ad ampliare la sua raccolta finché, in quarant’anni, non ha accumulato un vero e proprio tesoro di cose d’altri tempi.
Questo è il titolo della mostra che già dal maggio di quest’anno, nel silenzio generale, il signor Imperiale ha allestito, tutto da solo e a sue spese, nella biblioteca Paolo Borsellino di
Palazzo Niscemi (Largo dei Cavalieri di Malta 9). Le pareti della sala sono tappezzate di vecchi vinili 33, 45 e 78 giri. Nelle bacheche si trovano giornali d’epoca, dove si annunciano eventi come la conquista dell’Etiopia da parte di Mussolini o la vittoria della resistenza italiana nel 1945. Fotografie della vecchia Palermo, Punta Raisi senza recinzioni negli anni 60. E ancora francobolli di Stati che non esistono nemmeno più e il mitico Penny Black, il primo mai emesso al mondo.
Poi si possono leggere lettere di prigionieri di guerra e riviste di moda dei primi del ‘900, osservare strumenti ormai caduti in disuso come giradischi portatili e macchine da scrivere Olivetti elettriche, oggetti comunque innovativi per la loro epoca e che in qualche modo hanno fatto storia. A tutti gli appassionati di collezionismo, o a chi è semplicemente curioso di capire un po’ meglio come andavano le cose in Sicilia prima dell’avvento di cellulari e computer moderni, si consiglia dunque il museo delle cose dimenticate, con la speranza che l’opera di raccolta del passato di un uomo come Francesco Paolo non venga anch’essa abbandonata all’oblio. La mostra è aperta dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13. Il prezzo del biglietto? Basta una firma nel registro.