Chiesa dei Santi Giuliano ed Euno

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La chiesa è stata costruita dalla Congregazione dei facchini, seggittieri (portantini) e vastasari (conduttori di muli che trasportavano merci) che, costituitisi in Unione nel 1649, elessero a loro protettori i due santi Giuliano ed Euno. Infatti, nessuno meglio di loro martirizzati ad Alessandria durante la persecuzione di Decio, avrebbe potuto avere a cuore le sorti dei confrati che trasportavano sia merci che esseri umani. Il nobile Giuliano, non potendo camminare a causa della gotta o podagra, fu condotto in portantina da due schiavi cristiani dinanzi ai giudici. Uno dei due abiurò, l’altro, di nome Cronione ma conosciuto come Euno, rimase fedele alla sequela di Cristo e morì insieme al padrone. Nel soffitto era un affresco dipinto da Vincenzo Bongiovanni che rappresentava il “Martirio dei santi Giuliano ed Euno”. L’edificazione della chiesa fu iniziata nel 1651. Nell’arco campanario del prospetto si legge la data 1658, probabile anno di ultimazione della chiesa, della sua consacrazione o di un’eventuale dedicazione. Durante la battaglia di Palermo del 1860 un gruppo di patrioti palermitani fu salvato dall’arrivo dei garibaldini, sulla facciata della chiesa sono ancora visibili i fori dei proiettili lasciati dai soldati borbonici. Il vicolo dei risorti che costeggia il lato della chiesa verso la via della Vetriera ricorda l’episodio, che peraltro è ricordato anche nel film “Il Gattopardo” di L.Visconti. Alcune riprese del film sono state girate proprio in Piazza Sant’Euno, davanti la chiesa. L’interno della cappella ha un’unica navata con due altari laterali e un arcone che delimita l’area dell’altare maggiore non più esistente.Poche sono le decorazioni rimaste in sito attribuite a Procopio Serpotta. E’ visibile anche la cripta articolata in eleganti nicchie e loculi, tutte volute e cuscini, per l’esposizione dei corpi dei confrati, secondo il gusto barocco della “contemplatio mortis”.