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La Chiesa Madre venne costruita sul luogo del Castello Normanno, fatto edificare nel 1901 dal Conte Ruggero ed ampliato nel 1375 da Manfredi Chiaromonte, Conte di Castronovo. Adibito a presidio militare tra le due grandi città di Himera e Akragas, il castello sorgeva sullampia piattaforma naturale ai piedi del Monte Kassar ed era circondato da un ampio fossato, oggi completamente ricolmato. Una volta esaurita la sua funzione militare, il castello venne riadattato e trasformato in Chiesa aperta al culto il 30 ottobre 1388; il 3 maggio 1404 venne eretta a parrocchia e dedicata alla SS. Trinità, così come riportano le iscrizioni nella trave sul grande portone d ingresso. Del vecchio maniero rimangono solo le due torri, di cui una trasformata in campanile, e che mostra ancora le mura colossali ad uso di fortezza, e laltra nellattuale abside. La chiesa è a una sola grande navata, presenta una pianta a croce latina con ai lati diverse cappelle. Le mura perimetrali raggiungono, in alcuni punti i due metri di spessore. La costruzione della nuova Matrice fu la conseguenza dellabbandono della vecchia Chiesa Madre Madonna dellUdienza che sorgeva sulla rupe di S. Vitale. Nei primi anni del 400 infatti, la maggioranza dei cittadini decise di trasferirsi sul luogo ove poi sarebbe sorto l attuale abitato; la costruzione della Chiesa Madre accelerò la trasmigrazione delle famiglie più nobili, di corpo municipale e di Clero, essa è dunque da considerarsi de jure la continuazione della precedente Chiesa Madre. Attorno alla chiesa ben presto sorsero nuovi edifici i primi quartieri presero i nomi di Pozzo (da un pozzo preesistente), Pagliarelli (dalle case improvvisate con tetti di paglia ), Bagni (per le acque correnti che servivano le concerie ). Come tutte le umane cose, anche la Chiesa Madre subì lonta del tempo e i primi restauri si resero necessari nel secolo XVII, ma i vari rifacimenti e le varie aggiunte nei secoli successivi tolsero purtroppo, al magnifico tempio la sua originaria struttura di monumento gotico-normanno. Le uniche caratteristiche originarie conservate sulle mura esterne sono due antiche finestre chiuse: una in stile gotico con arco a tutto sesto equilatero, laltra una bifora di stile chiaramontano ma senza le colonnine; il portale laterale piccolo, di stile composito greco- romano, in pietra colorata; il portale principale, di pietra lavorata, di stile romanico rifatto nel secolo XVIII. In alto vi è lo stemma dellantica collegiata greca, un bassorilievo di marmo raffigurante lAgnello Pasquale disteso sopra un libro con sette sigilli. Anticamente semplice e povera di decorazioni, in seguito fu adornata del pregiato marmo giallo, tratto dalle cave del Kassar utilizzato per gli altari e le balaustre ed intarsiato dagli artisti locali Andrea e Stefano Geraci. Lo stesso marmo venne usato per le 98 colonne che adornano il maestoso portico della Reggia di Caserta. La chiesa è un grande scrigno ricco di opere darte. Gli stucchi raffiguranti il Padre Eterno, i Santi Pietro e Paolo, S. Giovanni e lAddolorata, scene della passione di Cristo, putti e motivi floreali sono opera dello stuccatore castronovese Antonio Messina. Gli intonaci sono stati realizzati da Andrea Sesta. Sullaltare maggiore è collocato il SS. Crocifisso, opera notevolissima di autore ignoto, che le fonti fanno risalire al 1301. Nelle nicchie del presbiterio sono poste le statue di S. Simone Apostolo, opera di Marco Lo Cascio del XVI secolo, di S. Antonio Abate e S. Francesco di Paola entrambi di autore ignoto e risalenti al XVII secolo, della Madonna della Candelora o del Soccorso, di Bartolomeo Berrettaro, risalente al XV secolo. I lati del presbiterio sono interamente occupati dall artistico Coro per la Collegiata, in legno di noce, opera settecentesca dellintagliatore Antonio Giordano. Allo stesso artista si deve il pulpito-confessionale in legno di noce, alto 6 metri. Il pulpito sovrastante il confessionale è sormontato da un baldacchino a frange. Altra opera degna di nota è lorgano a canna realizzato da Raffaele Della Valle. Di notevole pregio è la cappella dell Addolorata realizzata in legno di noce per la Madonna che pianse a Castronovo in casa Conti il 20 marzo del 1931. Nella cappella, di fronte alla porta dingresso laterale, si trova il prezioso fonte battesimale ad immersione in marmo istoriato, attribuito ad Antonello Gagini, arricchito da un quattrocentesco Ciborio in marmo bianco di Carrara. Sempre ad Antonello Gagini è attribuita la statua di S. Pietro in Cattedra, in marmo bianco di Carrara, precedentemente custodita nella Chiesa di S. Pietro. La Sacrestia è un grande vano ornato con stucchi e tele, opera di Antonio Messina. Nel 1986 è stata restaurata per consentire l allestimento del museo parrocchiale realizzato dall arciprete Onorio Scaglione, al fine di valorizzare lingente patrimonio accumulatosi nel corso dei secoli.
Lopera di maggior pregio è uno stipo in avorio del 1300 di fattura greco-bizantina. Proviene dall antica Matrice S. Maria dellUdienza, ma gli studiosi ritengono sia di origine profana. Le figure modellate illustrano chiaramente una scena romantica, e ciò fa supporre che l uso originario dello stipo fosse per la toelette di una grande dama del rinascimento. Solo nel secolo XIX passò fra le suppellettili sacre, veniva infatti utilizzato per la deposizione del santissimo sacramento il giovedì Santo.
Affissi alle pareti della Sacrestia si notano i bassorilievi in marmo, opera di Antonio De Noto, del 1551. Adornano le pareti numerosi dipinti, tra i quali Cristo ai flagelli del XVII secolo, la Madonna delle Fragole, opera tardo barocca di autore ignoto.